Il profilo di Marchioni

Recensione Chi ha paura di Virginia Woolf? Arriva anche a Roma la fortunata rivisitazione di Antonio Latella di Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee, interpretata da Sonia Bergamasco e un Vinicio Marchioni in stato di grazia.

Sin dal 1962 del suo debutto a Broadway, la pièce Chi ha paura di Virginia Woolf? è entrata in maniera dirompente nell’immaginario popolare come una delle più ciniche e sfacciate rappresentazioni di un dramma coniugale – anche grazie alla sua celere trasposizione cinematografica che, interpretata da Richard Burton ed Elizabeth Taylor, segnò l’esordio del grande regista americano Mike Nichols. La prima regia teatrale del testo, a firma di Alan Schneider, segnò la cifra record di 664 repliche a Broadway; in Italia, il primo a cimentarsi con la pièce di Albee fu Franco Zeffirelli, poi seguirono, fra i tanti, Franco Brusati, Gabriele Lavia e Ileana Ghione. Last but tutt’altro che least, lo scorso anno ha debuttato la versione di Antonio Latella prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria e interpretata da Vinicio Marchioni e Sonia Bergamasco – quest’ultima premiata all’UBU come Miglior attrice protagonista, assieme al più giovane Ludovico Fededegni (Miglior attore under 35).
«Albee, svelando i meccanismi di un linguaggio ormai vuoto di significato, quasi paradossalmente mostra anche come esso possa trasformarsi in un’arma efferata per attaccare e ridurre a brandelli l’involucro in cui ciascuno di noi nasconde la propria personalità e le proprie debolezze». A partire da questa constatazione Latella costruisce un dramma solido e compatto, protratto per la durata non indifferente di due ore e quaranta, che spreme al meglio le capacità espressive dei suoi quattro interpreti – Vinicio Marchioni e Sonia Bergamasco in prima battuta, accompagnati da Paola Gianini e il già citato Fededegni nei panni della coppia speculare a quella dei protagonisti, più giovane, i due sposini Nick e Honey che hanno la cattiva idea di fare una visita ai più maturi Marta e George a sera tarda, quando il linguaggio si libera.

Colpisce, tra le scelte di regia, quella di posizionare Vinicio Marchioni quasi sempre di profilo rispetto al pubblico – non è affatto l’unica tra le trasgressioni che Latella si concede, tanto più che spesso gli interpreti danno le spalle al pubblico. Con pochi accorgimenti, anche grazie a una scenografia minimalista eppure statuaria, questo Chi ha paura di Virginia Woolf? resta impresso come un diorama borghese selvaggio e accattivante, in cui i giochi di parole non si contano e lo spettro del modernismo si aggira sulla scena in un bell’equilibrio tra introspezione e divertissement e tra Woolf e Joyce. «Non posso non partire dal titolo per affrontare questo testo che ancora una volta mi riporta all’America e alla drammaturgia americana. Molti critici hanno detto che questo titolo è solo un gioco ironico, un rimando intellettualistico alle paure di vivere una vita priva di delusioni», scrive sempre Latella nelle note di regia. «Eppure, non posso credere che questa scelta, in un autore attento come Edward Albee, sia solo un vezzo intellettualistico, dal momento che per sostituire la parola “lupo” scomoda una delle figure intellettuali più importanti del Novecento, Virginia Woolf».
Con questa regia, Latella trae il meglio da un testo ormai sacro del teatro novecentesco, pure non scevro di limiti intrinsechi. Con Storia di un matrimonio, Ingmar Bergman era andato molto più a fondo nei movimenti interiori di una coppia di quanto Albee sia arrivato a sfiorare – lo faceva percepire anche Ennio Flaiano nella sua recensione, poi raccolta ne Lo spettatore addormentato, svariati anni prima che Bergman si avvicinasse alla macchina da presa per quello che sarebbe rimasto uno dei suoi ultimi capolavori. La potenza e il successo riscontrati nel corso di ormai sei decenni dalla pièce di Albee si deve, senza dubbio, anche alle potenzialità espressive che dispiega per i suoi interpreti e, sul palco, Marchioni e Bergamasco sfoderano indubbiamente un’alchimia di coppia e una forza espressiva che – soprattutto Marchioni – molto di rado hanno potuto manifestare al cinema.

Lo spettacolo continua
Teatro Argentina – Teatro di Roma
largo di Torre Argentina 52, Roma
Fino al 12 febbraio
prima, martedì, giovedì e venerdì ore 20.00; mercoledì e sabato ore 19.00; domenica, giovedi 9 febbraio ore 17.00
lunedì riposo

Chi ha paura di Virginia Woolf?
di Edward Albee
traduzione Monica Capuani
regia di Antonio Latella
con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini
dramaturg Linda Dalisi
scene di Annelisa Zaccheria
costumi di Graziella Pepe
musiche e suono di Franco Visioli
luci di Simone De Angelis