Una cicatrice di parole

Recensione Coefore Rock&Roll. Enzo Cosimi traspone in danza l’Orestea di Eschilo e le sue Coefore Rock’n’Roll, capitolo centrale del trittico, rappresentano una bella sovrapposizione tra mito e contemporaneità.

In uno spazio disseminato di giocattoli di ogni tipo, forma e dimensione, un nutrito gruppo di ballerini si scatena in una danza continua, violenta e spesso faziosa, certo dionisiaca: queste sono le Coefore Rock&Roll di Enzo Cosimi, che traducono a passi di danza al tempo stesso moderna e antica la grande tragedia di Eschilo incentrata sullo scontro tra Oreste e le Erinni. Le parole, il logos stesso viene trasceso, ridotto all’osso e minimizzato, in una ridda ininterrotta, minacciosa e vitale, con un immaginario che oscilla tra la contemporaneità lisergica e musicale più pura e dura e lo spazio senza tempo del mito. Un continuo vorticare di corpi traccia cerchi, movimenti ora centripeti ora centrifughi,
in una coreografia che pare al tempo stesso preparatissima e improvvisata. Non è difficile
leggere in questa bolgia di danzatori un’orda primordiale di freudiana memoria o una
massa indifferenziata di girardiana memoria: manca però la vittima, il padre di
immolare, e la danza sacrificale, se davvero è tale, ruota su sé stessa e si frammenta in
gruppi e coppie infinitesimali per tutta l’ora di durata dello spettacolo.

Negli ultimi tre anni Enzo Cosimi ha lavorato al progetto di una Orestea – Trilogia della vendetta da lui stessa descritta come una ricerca sia formale che tematica intorno alla figura dell’eroe. «Oggi l’eroe è a pezzi, destrutturato, è uno sguardo sulla società come lo è la sessualità, tema centrale nelle mie creazioni, specchio dell’evoluzione e trasformazione di costumi e usi della collettività». Le Coefore Rock&Roll, capitolo centrale della trilogia, è un concerto-performance contraddistinto da una coreografia dilatata ed evocativa. Ottimo è il connubio tra il disegno luci, la scelta musicale e gli oggetti di scena disseminati lungo i quattro bordi del palco. Impressionante, sullo sfondo, il pupazzo di un Mickey Mouse impiccato. È la fine di un’infanzia? Ma le originali Coefore non descrivevano quel tempo d’orrore, tra l’infanzia dell’innocenza e la consapevolezza dell’età adulta, che preludeva alla fondazione del diritto descritta poi ne Le Eumenidi?

Se già Nietzsche e Artaud erano stati eletti a numi tutelari da Cosimi in un periodo iniziale e autodefinito surrealista della sua carriera, per spettacoli degli anni ottanta e novanta come Sciame, Il pericolo della felicità, Vittoria del Sole ed Eliogabalo, con le Coefore Rock&Roll e in generale questa Trilogia della vendetta tratta dall‘Orestea di Eschilo si attinge direttamente alla fonte primigenia di tutto il teatro occidentale e di ogni conseguente riflessione sul tragico. Interessante la scelta di estromettere completamente dalla coreografia un personaggio interamente riconducibile a Oreste: a contrapporsi idealmente al coro delle Erinni ci sono, se mai, in alcuni momenti dello spettacolo, due coppie di ballerini di ambo i sessi col corpo seminudo e a cui si contrappone l’oscurità da sabba nero dei vestiti che indossano gran parte degli altri danzatori.

Certe intuizioni dell’accompagnamento musicale, in parte suonato dal vivo con due chitarre elettriche, e del light design potrebbero ricordare i momenti migliori dello Studio da Le Baccanti, uno dei lavori più riusciti e meno noti di Emma Dante interpretato da una compagnia di giovani attori suoi studenti: non meno delle Coefore Rock&Roll di Cosimi, anche Le Baccanti, andate in scena sempre al Teatro India nel 2019, dispiegavano un immaginario visivo dichiaratamente ispirato alle opere dell’artista statunitense Mike Kelley, tuttavia lo spettacolo di Cosimi ricorda l’orizzonte di Eyes Wide Shut, l’opera postuma di Stanley Kubrick. Inoltre, potrebbe non essere tanto scorretto ritrovarvi qualcosa anche di Salò o le centoventi giornate di Sodoma, altro opus postumo, questa volta pasoliniano. Lette alla luce retrospettiva di certi eventi politici che certo Cosimi non poteva immaginare quando ha iniziato a lavorare al progetto nel 2019, le Coefore Rock&Roll illustrano bene anche le radici archetipiche di quelli che adesso chiamiamo rave party, la loro pertinenza al tempo stesso ancestrale, anarchica e postmoderna, in potenza apocalittica.

Teatro India – Teatro di Roma
Lo spettacolo continua
Lungotevere Gassman, 1
fino al 13 novembre
venerdì e sabato 20:30, domenica 18:30

Coefore Rock&Roll
regia, coreografia, scene e costumi di Enzo Cosimi
drammaturgia di Enzo Cosimi, Maria Paola Zedda
con Alice Raffaelli, Francesco Saverio Cavaliere, Luca Della Corte, Roberta Racis
musica dal vivo di Lady Maru
disegno luci di Gianni Staropoli
produzione Compagnia Enzo Cosimi, Mibact, Regione Lazio in collaborazione con Romaeuropa Festival con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale