Piove sul Teatro Rossosimona

Ѐ al suo debutto, è vero, questo lavoro tutto firmato Maria Teresa Guzzo che porta in scena una Giulietta qualsiasi del secondo dopoguerra italiano, citando Shakespeare solo nel titolo.

Giulietta è nella tempesta ha un buon impianto drammaturgico, ma a fatica lo si apprezza. D’altro canto, va riconosciuto al Teatro della Chimera, con questa rassegna dal forte sapore identitario e non solo di casa nostra, di aver offerto ottime conferme e speranze, nonché modo di rivedere tempo fa un’eccellenza internazionale e del teatro contemporaneo, Dissonorata di Saverio La Ruina (premio Ubu 2012 come miglior attore italiano e di recente tra i finalisti del Premio Le Maschere), ma anche, tra le altre, l’eccezionale performance dell’attore Francesco Gallelli nel suo spettacolo-manifesto, Spartacu Strit Viù. Delude invece questo lavoro firmato Rossosimona, scritto e diretto decisamente meglio di come è stato interpretato.

Delude fin dall’inizio perché carico di una gestualità che, associata alla parola, risulta eccessiva, svuotata di significato e a momenti, quasi ossessiva, picchiettante nel dialogo, mimato a becco con la mano, che ripropone il linguaggio dei cartoons (qui però fuori contesto) tra una Giulietta di paese, in abito a quadri e treccia di lato, con la madre talora evocata, altre presente sulla scena (sempre nelle vesti di Guzzo), che vuole imporle il matrimonio di facciata. Debole anche nella sua vocina intima che si infila in tanto in tanto sulla trama, nelle note più alte e acute che talvolta diventano espressione di innocenza, nelle domande che cadono incalzanti come punture sulla piaga dei matrimoni combinati, altre di coscienza, nel cuore di Giulietta, personaggio con un’interessante vocazione letteraria, ma teatralmente da approfondire. Inefficace anche nella lettura superficiale della platonica innamorata di Romeo costretta a sposare un altro, tra l’illusione romantica e l’inesplicabilità del reale, che esce comunque sconfitto nella dimensione femminile.

Invece bello il momento della lettera in cui Giulietta scrive in ginocchio sulla sedia al suo amato lontano, senza ricevere risposta; come pure la scena, ben ritmata e interessante per l’equilibrio quasi filmico in cui si rapportano il movimento, l’immagine, la parola e il suono, dello scatto delle fotografie da inviare, su richiesta, al suo pretendente americano. Anche intelligente nel gioco del foulard, che consente di cambiare di personaggio in personaggio, conferma che siamo davanti a un’attrice brillante – anche come regista – che in questo lavoro dà il meglio di sé nei ruoli maschili di Frank e Tony, nell’accento colorito ricco di sfumature e di carattere, ben tipicizzato. Lo spettacolo migliora e l’intreccio narrativo si annuncia interessante proprio nel momento in cui la danza con il foulard diventa velo, affascinante elemento di trasfigurazione e di nascondimento che pone l’attenzione, spostandola d’improvviso da una Giulietta interiorizzata e sussurrata dentro a un conflitto di rifiuto, di costrizione e di sofferenza, a un Romeo nel suo grido di dolore e di sorpresa, che sembrerebbe aprire a un capovolgimento e a una svolta, avendone tutte le qualità e il potenziale per farlo, invece restando sospeso sul finale.
Peccato che questa Giulietta sia come la guerra che racconta sullo sfondo. Seppellisce vecchi sogni di felicità, seminando insieme a qualche speranza, tante nostalgie.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro della Chimera
Via Ripoli 17, Castrovillari (CS)
sabato 16 settembre 2023, ore 21.00

Giulietta è nella tempesta
di Maria Teresa Guzzo
con Maria Teresa Guzzo
regia Maria Teresa Guzzo
audio Cristian Bitonti
produzione Teatro Rossosimona
foto Carlo Maradei

foto di Carlo Maradei