Da dove vengono i fantasmi della nostra infelicità?

Recensione Gli amici degli amici. Cosa sono i fantasmi? Al Teatro Stanze Segrete è andato in scena Gli amici degli amici, tratto da un racconto di Henry James.

Franca De Angelis allestisce la riduzione teatrale di un racconto di Henry James, un maestro che di fantasmi se ne intendeva e, lungo tutto l’Ottocento, fino alla seconda guerra, l’Europa ne fu invasa. Nel Regno Unito lo spiritismo fu molto in voga; più tardi, nella Repubblica di Weimar, il male fu incarnazione di assassini seriali e ipnotizzatori in grado di soggiogare con un pensiero maligno. Narratori e romanzieri approfittarono del goloso filone per sfruttarlo, tra questi Henry James, il quale utilizzò la moda, certo, ma per indagare cosa rappresentasse in realtà: superstizione frutto dell’ignoranza, o malattia del pensiero? Quest’ultimo, incapace di contenere l’angoscia, può solo proiettarla su visioni auto-prodotte, che di fatto addivengono a veri e propri deliri psicotici. L’anima non ha niente di “spirituale”, si ammala anch’essa come un qualunque organo, ed essendo un tutt’uno col corpo, la malattia si manifesta nel linguaggio, disposto a far vivere a tutti i costi ciò che non c’è, o non c’è più.

James portò quindi la letteratura fin dentro la sua stessa oscurità, annunziando insieme ad altri “veggenti” (Allan Poe su tutti), come reale e percezione si stessero separando: la realtà cessa di esistere come tale (sempre mortificante, sempre sfuggente), mentre inizia a vivere come alibi immaginario per tutto ciò che fallisce nell’essere umano: l’amore innanzitutto.

Bernard e Olivia si vogliono realmente sposare, oppure il loro desiderio è lontano dalla tavola sociale apparecchiata per loro? Le apparizioni di un terzo personaggio, non sono forse la propria obiezione di coscienza fatta fantasma all’obbedienza di un rito sociale di cui hanno orrore? L’azione teatrale fa spesso dei balzi in avanti, a quando Olivia chiederà aiuto al dottor Meyer, portando la domanda: qual è la natura del mio turbamento? I fantasmi di Bernard sono visioni eccitate, oppure annunciano uno squarcio dell’inconscio, attraverso cui si percepisce una realtà che vuole comunicare qualcosa?

Il dottor Meyer, solo da poco avvezzo alla pratica psicanalitica (L’interpretazione dei sogni di Freud è del 1900), inforca gli occhiali ogniqualvolta si veste del suo ruolo (deve veder meglio), si arma del suo taccuino (prende appunti come dovesse decifrare un testo senza alcuna Stele di Rosetta a confortarlo), non fa che scandire il tempo della seduta (“Ancora dieci minuti, signorina”), come se tutti questi espedienti tecnici servissero a difendersi dall’intrusione del non senso. I vivi e i morti dentro lo studio del dottore vivono entrambi, è il luogo dove Olivia può dare loro un posto. I fantasmi, quando sono ascoltati, possono lasciare spazio alla vita. Riuscirà il dottore a leggerne il linguaggio oscuro delle loro apparizioni, senza esserne morso?

La regia, grazie anche alla perizia dei tre interpreti, riesce a tenere il filo di un ritmo tra il passato del trauma e la sua rievocazione in seduta. La rappresentazione dà l’impressione di accompagnarsi a dialoghi che tradiscono un impianto letterario, per il quale gli attori sembrano poggiarsi a un testo che lascia spazio sì all’irruzione, ma in una forma quasi “ottocentesca”, senza che si avverta il brivido di un “dar di fuori” che porti il pubblico a un contatto percepibile come realmente “pericoloso”. Si esce confortati dall’innocuità di spettri e fantasmi, figure di un tempo in cui era possibile credere alla loro esistenza quasi fisica, ma i fantasmi che portiamo dentro e non vogliamo seppellire, racchiusi in apparizioni inconsce che ci fanno star male, quelli, fanno ancora paura?

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Stanze Segrete
via della Penitenza 3, Roma
dall’11 al 22 Maggio 2022
da Martedì a Sabato ore 21, Domenica ore 18
Gli amici degli amici
da Henry James
di Franca De Angelis
con Anna Cianca, Patrizia Bernardini e Francesco Polizzi
regia e organizzazione Christian Angeli