Un gustoso favolazzo tutto da ridere

Recensione I 4 desideri di Santu Martinu. Natale, tempo di desideri, santi e di racconti. Si chiama “favolazzo – adatto ad essere recitato dopo i pastiI 4 desideri di Santu Martinu, la pièce in versi di Dario De Luca, andata in scena in anteprima nazionale nel piccolo, ma già prestigioso, Teatro della Chimera di Castrovillari, dove Scena Verticale è di casa.

Un racconto in versi gustosissimo, preso a prestito dalla letteratura medievale dei fabliaux del XII secolo,  riscritta in dialetto calabrese, erede delle storie satiriche della tradizione novellistica di Boccaccio e di una certa letteratura fiabesca occidentale dove l’ingenuo si sposava con il sacro e con l’osceno e il genere popolare, contadino, bucolico incontrava il grande gusto della borghesia, raffinata, colta, grazie al vezzo della poesia in musica.

De Luca, moderno trovatore che dal passato precorre il futuro della romanza, sulla strada già tracciata da Re Pipuzzu, ci racconta ora un’altra storia dall’impianto semplice, diretto, divertente e sagace, non priva di condita saggezza. Una coppia di contadini che vivono un matrimonio lieto e fedele, onorandosi con reciproci doveri nella normalità scandita dal lavoro della vita dei campi. Entrambi sono tipicizzati nei loro rispettivi difetti e caratterizzati in modo rocambolesco da De Luca che ce ne consegna i ritratti, scoperchiandone i desideri più latenti, attraverso una parola vivifica che scruta ogni aspetto di pensiero e di intenzione, unita alle melodie rapsodiche di Gianfranco De Franco, che ci lascia immaginare anche i sapori e gli odori del racconto, accompagnandoci in un viaggio sensoriale che rapisce i sensi e l’intelletto.

Partendo da un intreccio semplice, lo spettacolo suscita curiosità crescente nello spettatore mai sazio di piacere, come i personaggi animati da appetiti che vanno dal cibo, al vino, all’unione sessuale, mai realizzata e consumata, ma sempre cercata, in un crescendo di allegorie, visioni e immagini, evocate dal ricco vocabolario e lessico che fanno di questo lavoro un raffinato pamphlet erotico. Dal sogno del venditore ambulante di falli che ne ha di ogni tipo e misura, con il sacco sodo e il “manico” lungo fino ai desideri di San Martino che si realizzano come una maledizione nelle metamorfosi dei personaggi in creature di falli e vagine, che diventano sempre più umani e grotteschi, quindi sempre più reali e più veri, capiamo la differenza tra il peccato e l’innocenza.

Di grande effetto è l’aureola di san Martino, un candeliere circolare prima poggiato sul lungo bastone che ha in mano il narratore De Luca, poi a terra, quando dopo l’apparizione a una a una sistema le candele a ricordare dal basso, l’umiltà della devozione. Così come gli oggetti di scena, anche i costumi di Mariella Carbone costituiscono una parte essenziale della narrazione, che appare nitida e dipinta. Il pastiche è fatto.

Come il mito e la storia insegnano, da re Mida ad Apuleio, ma anche Rabelais, Grimm e La Fontaine, i desideri quando non fanno più paura si sprigionano e aprono a nuove fantasie che portano alla verità, nuda e cruda, di tornare se stessi.

Originale, singolare e di grande impatto immaginifico questo quadro vivo di De Luca e De Franco che rimanda ai mondi onirici dei quadri fiamminghi di Bosch,  oggetto di fantasia totale. Appaiono i temi del fantastico, il quotidiano si trasforma in visionario, come avevano fatto gli intellettuali e gli artisti del Trecento e del Quattrocento. La metamorfosi della donna è un tripudio di organi femminili che richiama i Monologhi della vagina di Eve Ensler, che nel teatro d’avanguardia aveva spianato la via a questo tema facendone una bandiera politica e culturale ancora viva. Il linguaggio regge la pièce sulla potenza espressiva e linguistica di De Luca che stratifica ogni senso che sia esplicito o non lo sia, fino alla fine: quando il candeliere diventa copricapo di candele accese, da far spegnere al pubblico, nella consapevolezza della pericolosità dei desideri. Quando la preghiera al ritorno della normalità ci ricorda che non è la protezione dei santi che ci salverà, ma il nostro rapporto diretto con la coscienza. 

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro della Chimera

via Ripoli, 17 – Castrovillari
venerdì 23 dicembre 2022, ore 21.00

I 4 desideri di Santu Martinu
favolazzo adatto ad essere recitato dopo i pasti

liberamente tratto da fabliaux anonimi medievali
con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
testo, spazio scenico, disegno luci e regia Dario De Luca
musiche originali e disegno sonoro Gianfranco De Franco
costumi e oggetti di scena Mariella Carbone
allestimento e assistenza alla messinscena Giovanni Spina
organizzazione e amministrazione Tiziana Covello
produzione Scena Verticale

Foto di Antonello Parrilla