Teatro non violento, in Sardegna

Riadattamento de Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry a cura dell’Associazione Culturale Theandric, diretta da Maria Virginia Siriu.

Ottobre inoltrato a Elmas, alle porte di Cagliari, ma ancora sapore d’estate. I fenicotteri rosa sulle sponde della laguna di Santa Gila, temperatura mite e un tempo ad altra velocità. Si è svolta qui, a una decina di chilometri da Cagliari, l’ottava edizione del Festival Love Sharing, Teatro non violento, a cura dell’associazione culturale Theandric, compagnia attiva sul territorio da decenni. Parole e performances a mettere in risalto la pratica della pace, in tempi in cui il conflitto sembra l’unica forma di comunicazione fra popoli, individui. Buone prassi lontane dalla retorica, a ristabilire un senso comune di azione altra, a rianimare coscienze mortificate da un contesto geopolitico e mediatico inducente ad atteggiamenti prevaricatori, a meccaniche distorsive.
E in questo senso la rappresentazione di un classico della letteratura novecentesca – Il Piccolo Principe – assume caratteri ancora più universali, pedagogici, senza paternalismo di sorta. Diffondere per l’unicità e la potenza politica del mezzo teatrale la rivelazione dell’essere uomo di prossimità, di relazione.
Rivivere il mondo col cuore, il messaggio subliminale tra le righe di uno dei romanzi più letti di tutti i tempi pubblicato in piena seconda guerra mondiale. La storia, nota, di un principe alieno sofferente di solitudine in viaggio alla ricerca dell’altro, di quell’essenziale invisibile agli occhi, di cui non ci se ne accorge, privi o dimentichi dell’entusiasmo, del coraggio, della fantasia, distratti dal senso del dovere, dai meccanismi di convenzione sociale.
L’adattamento cuce fedelmente il testo, drammaturgicamente ridotto agli apparati più funzionali alla resa teatralizzata: dialoghi compiuti, azioni sceneggiate, riferimenti simbolici e caratterizzazione dei personaggi peculiare, a riaffiorare i non detti, il silente volutamente destinato alla fruizione intima.
Pochi oggetti scenografici, individuazione di parte mediata dai costumi, intellegibilità netta (rivolgendosi a un pubblico giovane) verticalità e orizzontalità dei trasposti a variegare i punti focali e trasportarli prevalentemente in dimensione duplice, senza estromissioni artificiose. È veicolata dunque dalla prova d’attore la risultanza espressiva e significativa dell’opera, umanizzando l’idea, rendendola collettiva, zittendo l’impressione visuale e sensoriale per un’aderenza vivida, prossemica, speculare. Rigorosamente concentrati nelle direttive registiche (di sfruttamento spaziale e ritmico senza troppo imporre impronta), riescono nell’operazione di trasmigrazione e compiutezza dalla parte all’approdo, la coppia Antonio Luciano e Dreh Busu, da anni al lavoro con Maria Virginia Siriu, direttrice di compagnia e a loro agio nel soddisfare richiesta e offerta.
Le scene s’inanellano conseguenzialmente, senza stravolgimenti di coerenza temporale, alla vecchia maniera, talvolta interrotte bruscamente e senza il necessario confortevole mutamento preciso di registro per favorire un affiatamento ideale al contesto. Efficace l’utilizzo materiale oggettivo a calcare l’elemento prettamente teatrale a distinguere netto il piano semiotico – mediante l’oggetto metaforizzato, l’esercizio artigianale – non scivolando nell’adesione ruvida alla letteratura, trattandosi di un adattamento. Parola in azione, ridotta e animata, perché si rifletta un sé il più possibile eterogeneo. Notevole l’affiatamento del duo, confidenziale, complice, pur differenziandosi nell’autenticità spinta del Luciano e nella cifra più autoriale, stilizzata, di Dreh Busu. Un connubio efficiente a discriminare la mono tonalità ed emancipare il contenutistico archetipico: l’amore, il contrasto tra conscio e inconscio, tra visibile e invisibile, le logiche di possesso, quelle patriarcali di cui il testo non si fa denuncia, ma dimostranza per interpelli di coscienza.
Tinte calde a modulare ambienti di configurazione, musiche a fondale sonoro, e un generale andamento accogliente, immediatamente persuasivo, morbido, che non impegna lo spettatore in acrobazie intellettuali.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno del Festival Love Sharing
Teatro Maria Carta
Via Grazia Deledda, Elmas (CA)
22 ottobre 2023

Il piccolo principe
con Antonio Luciano e Dreh Busu
adattamento e regia Maria Virginia Siriu
Produzione Associazione Culturale Theandric