Pene d’amore

Recensione In casa con Claude 2.0. Al Teatro Belli di Roma, il 26 e il 27 ottobre, Andrea Verticchio è tornato in scena con In casa con Claude 2.0, un intenso spettacolo adattato e diretto da Giuseppe Bucci dalle tinte noir.

Nel cuore di Trastevere, all’interno del Teatro Belli, mentre fuori per lo più molti giovani si sono ritrovati per una pizza e quattro chiacchiere, Yves è in crisi di fronte a un commissario di polizia.
Tutta finzione? Certamente, In casa con Claude –  che è andato in scena solo per due giorni a fine ottobre ed è già alla sua terza stagione consecutiva – è uno spettacolo teatrale, ma in quel copione, che prende spunto dall’omonimo testo di Renè Daniel Dubois (ambientato nel Canada degli anni ’60), il regista Giuseppe Bucci, nel riadattarlo in modo curato e delicato, ha tratto ispirazione da una realtà per lo più sommersa: quella che vede tanti giovani escort prostituirsi sia per disperazione, sia per piacere. Andrea Verticchio (vincitore del Premio Nobis per questa interpretazione), in modo impeccabile, dà voce e corpo proprio a uno di questi ragazzi di vita, a cui il sesso piace in tutte le versioni, perché considera battere «un modo di vivere».

L’interrogatorio è lungo e coinvolgente, dura poco più di un’ora, ma il colpevole e il poliziotto sono uno di fronte all’altro da almeno trentasei ore.
Perché Claude, un giovane pulito, che non beveva, non fumava e non frequentava ambienti loschi, si è ritrovato con la gola tagliata, lasciando sgomenti tutti quelli che lo conoscevano? E soprattutto perché Yves, che si dichiara colpevole, lo avrebbe ucciso?
Sono questi solo alcuni degli interrogativi che il commissario, interpretato da Fabrizio Apolloni con molto trasporto, pone al giovane confuso, nonostante non sia sotto effetto di droghe.

Il palcoscenico è per lo più vuoto, ma ricercato, i due protagonisti egregiamente riempiono il piccolo spazio con la loro presenza scenica. Apolloni è una figura professionale, con tanto di giacca e cravatta, Verticchio è a piedi nudi, vestito di jeans e molto sensuale nel suo essere bello e dannato. Come elementi solo due sedie e alcuni specchi stretti e rettangolari sulle pareti, che riflettono le diverse prospettive degli attori e le luci, il cui gioco e i colori fanno spesso entrare Yves in una dimensione parallela, quella della mente: in quei flash è la musica poi a prendere il sopravvento.

Il pubblico è concentrato, non giudica, lo si intuisce in sala dal silenzio che regna per tutta la durata della pièce; lo straordinario monologo di Verticchio, che scandisce l’ultimo quarto d’ora, quello della struggente confessione, spiazza, disorienta.
I volti degli spettatori sono contratti. In scena si è assistito soprattutto a un dramma psicologico. In una società, che per lo più addita, emargina, uno spettacolo come questo smuove gli animi, fa riflettere. Al di là della storia con o senza lieto fine, In casa con Claude 2.0 è un vero manifesto contemporaneo, che vede l’individuo, al di là del genere, in continuo conflitto con se stesso, con la sua coscienza. Cosa è bene e cosa è male?
Un interrogatorio continuo con se stessi, colpevoli, ma spesso anche vittime.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Belli
Piazza Sant’Apollonia, 11 – Roma
26 e 27 ottobre ore 21.00

In casa con Claude 2.0
di Giuseppe Bucci
adattamento e regia Giuseppe Bucci
brani tratti da Being at home with Claude di Renè Daniel Dubois
con Fabrizio Apolloni, Andrea Verticchio
musiche Jo Coda
scene Filippo Stasi
aiuto regia Anna Bocchino
ufficio stampa Maresa Palmacci