In alto i cuori

Iaia Forte porta a teatro i racconti di Katherine Mansfield, scrittrice protofemminista di inizio secolo mossa da una rara finezza di osservazione.

Katherine Mansfield, nata in Nuova Zelanda nel 1888 e morta prematuramente in una clinica francese nel 1923, è stata una scrittrice di inizio secolo che, anche grazie a un esordio molto precoce, nonostante la sua breve vita, ha lasciato un gran numero di testi, soprattutto di racconti brevi. In un certo senso, la sua biografia è esemplificatrice della condizione femminile nel periodo, dei contraccolpi brutali di una pur possibile ribellione. Eterna viaggiatrice, Mansfield ebbe notoriamente diverse relazioni lesbiche, avversate dalla sua famiglia che prima la fece ricoverare e poi la diseredò. In contatto con Virginia Woolf e con diverse delle più importanti personalità letterarie e femministe dell’epoca, fece appena in tempo a consacrarsi come una delle voci più interessanti del Modernismo prima che la tubercolosi la condannò a una lunga malattia e alla morte. I suoi racconti riflettono questo vissuto di coraggio e di esclusione, con uno sguardo attentissimo nei confronti delle relazioni femminili.

Si basa interamente sui testi della Mansfield, il nuovo spettacolo Istantanee con Iaia Forte andato in scena la settimana scorsa all’Off Off Theatre di via Giulia. L’impostazione della scena è piuttosto classica: tre microfoni, un pianoforte di accompagnamento e uno schermo sullo sfondo su cui venivano proiettate alcune fotografie d’epoca, più suggestive che illustrative, di ciò che i racconti di volta in volta narravano. Quello che di Istantanee è innovativo sta tutto nell’interpretazione della Forte, caratterizzata da una profonda espressività, volute stonature in alcuni momenti canori pronunciati peraltro in un inglese parodisticamente colorato di napoletano. Data la scarsa motilità della scena, si ritorna un po’ alle origini della dibattuta etimologia del termine attore: in questo caso, ciò che Iaia Forte fa con la voce e un po’ di gesti non è tanto agire, quanto ciò che significava il latino agere, vale a dire rappresentare, evocare, descrivere con l’ausilio ancor più del tono che della parola un intero mondo di inizio secolo.

Preso atto del fatto che più di uno spettacolo si tratta di un reading, la forza di Istantanee sta proprio nella rievocazione che fa dei posti e delle situazioni che, verosimilmente, la stessa Mansfield ha attraversato o intercettato. Una rievocazione connotata più socialmente che geograficamente: scorrono sotto i nostri occhi, evocati dalla sola voce di Forte e da qualche sporadico cambio di fotografia sullo sfondo, le piccole tragedie individuali di una serie di donne del primo Novecento che non si accorgono della loro stessa farsa, dalle donne in fila per cercare di avere una parte come comparsa in un film che viene annullato all’ultimo minuto, fino a un insegnante appena lasciata dall’amante. Nell’equilibrio tra spietatezza ed empatia nei confronti delle «personagge», come anche nell’interpretazione della Forte conseguentemente sospesa tra parodia e drammatizzazione, si trova quel doppio chiasmo che conferisce a Istantanee un sapore tutto suo, non per forza del tutto benevolo.

Lo spettacolo è andato in scena
 Off/Off Theatre
Via Giulia, 20, Roma
dal 1° al 5 dicembre
ore 21

Istantanee
regia di Marco Rampoldi
tratto da Istantanee e La lezione di canto di Katherine Mansfield
con Iaia Forte
accompagnamento musicale di Marcello Tirelli