L’arte circense… e la fuga nella poesia


Si inaugura la Stagione dei Teatri Pistoiesi con un tutto esaurito al Manzoni, che suggella sotto i migliori auspici, anche la liaison con il Centro Culturale Il Funaro.

A metà strada tra danza e nouveau cirque – il Circo El Grito presenta ciò che, per sintetizzare, si potrebbe definire due spettacoli in uno. Quello messo evidentemente in scena e quello costituito dagli spettatori, di tutte le età e sesso, che gremiscono il teatro in tutti gli ordini oltre che dilagare in platea. Il rinnovarsi del rito teatrale, che le vicende degli ultimi due anni non sono riuscite a cancellare, è nuovamente qui, nel suo spazio naturale, per offrirci un tempo sospeso sulle ali della poesia.

Johann Sebastian Circus si snoda lentamente, mostrando numeri di abilità e capacità interpretative, via via sottolineate dalla partecipazione sempre più entusiasta del pubblico.

L’inizio è esplosivo: una specie di ‘macchina musicale’ si palesa sul palco insieme alla figura di Bach – alla quale non siamo abituati e che non penseremmo mai di trovare associata all’arte circense. Il primo a prendere la scena è una versione insieme poetica e moderna di clown, che rimanda a un clochard e che combatte con le medesime necessità: un po’ di compagnia, un bicchiere di vino, qualche spicciolo per concedersi un piccolo sogno.

A legare questo ai successivi numeri sempre Bach – riscoperto e reinterpretato in modo tale da reggere bene il confronto (sebbene con le dovute differenze) con le esecuzioni classiche. Bach sottolinea i momenti emotivi, dà il ritmo all’azione, fa da sottofondo alla danza dei corpi, contrappunta le boutade da giocoleria e, più ancora, crea la suspense per quel castello di bicchieri che stentiamo a credere riesca a reggersi in tale delicato e fragile equilibrio su un esile bastoncino.

Ma siamo al circo, anche se a teatro, e quindi i corpi iniziano a volteggiare in composizioni sempre più complesse. E se dall’equilibrismo si passa al trapezio, a metà strada non può mancare l’intervallo comico – ma che non ha più bisogno di un naso rosso e della segatura perché si avvale di una sottile forma di ironia e della capacità dei tre protagonisti di mettersi e di metterci (come pubblico) in gioco.

La forza di gravità, in particolare, è messa in discussione per l’intero spettacolo, e pare scomparire del tutto quando Fabiana Ruiz Diaz, in veste di trapezista, si cimenta con un fascio di corde che pendono dall’alto.

Ogni numero, magnificamente eseguito, non manca mai di porgere un contenuto anche teatrale, avvalendosi sia dei mezzi propri della scena (disegno luci e, ovviamente, musiche) ma soprattutto delle capacità attorali dei tre interpreti/acrobati/giocolieri/danzatori.

Fabiana Ruiz Diaz, Giacomo Costantini e Andrea Farnetani mostrano un sincronismo quasi perfetto, una fluidità nei movimenti ma anche tra i numeri e un senso del ruolo rari.

Il nuovo circo sta diventando sempre più una parte importante del teatro contemporaneo, in grado di mischiare tecniche e capacità e di presentare gli spettacoli, non solo sotto il famoso tendone (ormai un po’ sgualcito), ma sui palcoscenici meglio attrezzati e persino in piazza, sotto un cielo stellato (come abbiamo visto, quest’anno nell’edizione cortonese di Kilowatt Festival).

Musiche, coreografie, uso del corpo, fantasia e grande severità nell’allenamento: il nouveau cirque è alla ricerca di sempre nuove strade per raggiungere a un pubblico più vasto di quello del teatro o del circo tradizionali.

Torniamo a teatro, torniamo a respirare! (*Dall’house organ dei Teatri di Pistoia)

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Manzoni
corso Gramsci, 127 – Pistoia
sabato, 8 ottobre 2022, ore 20.00

Johann Sebastian Circus
di Fabiana Ruiz Diaz e Giacomo Costantini
con Fabiana Ruiz Diaz, Giacomo Costantini e Andrea Farnetani
creazione luci Marco Oliani
adattamento luci Domenico De Vita
produzione Circo El Grito
Menzione d’onore nell’ambito di Scintille/Asti Teatro 36

Nella foto: El Grito, Johann Sebastian Circus. Foto di Stefano Celiberti, particolare (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Teatro Manzoni)