Questioni di famiglia

Al Teatro Argot di Roma, dal 22 al 25 febbraio, è andato in scena lo spettacolo La sorella migliore, scritto da Filippo Gili e diretto da Francesco Frangipane. Un appassionante dramma familiare con interpreti d’eccezione tra cui la bravissima Vanessa Scalera.

È sempre sorprendente ritrovarsi in un piccolo e accogliente Teatro come l’Argot, ritrovarsi in tanti una domenica pomeriggio e scoprire che uno spettacolo, da giorni, sta facendo il pieno di pubblico. Il tanto successo de La sorella migliore è merito indubbiamente dell’ottima combinazione di tre fattori: scrittura, regia e cast. La pièce vanta tra i protagonisti, su tutti, Vanessa Scalera, genuina e sublime attrice, sempre più nota al grande pubblico da quando veste i panni del sostituto procuratore Imma Tataranni, nell’omonima fiction. Qui è Giulia, una delle sorelle di Luca, un bravissimo Giovanni Anzaldo, che sta scontando a casa, supportato dall’altra sorella (Sandra, Daniela Marra), una pena di undici anni per aver investito e ucciso una donna con la sua auto, guidata sotto effetto di droghe.
Chi delle due tra Sandra e Giulia (di professione avvocato) è la sorella migliore lo si evince nel corso del toccante atto unico, firmato da Filippo Gili e diretto da un Francesco Frangipane impeccabile nella gestione dei quattro interpreti.

Inizialmente quella che sembra esserci tra Luca e Sandra è una bellissima sintonia tra coinquilini, se non tra amanti, ma i dialoghi successivi portano alla luce il loro legame intimo, oltre a quel fatto di cronaca, che ha proiettato ombre anche sul resto della famiglia. Da otto anni Luca, a causa di quell’omicidio stradale, vive tra quattro mura e le uniche donne con cui ha una relazione sono le sue sorelle e la madre.
Giulia, pur non vivendo sotto lo stesso tetto, è sempre presente, occupandosi anche legalmente del caso di suo fratello; quando una mattina si presenta nell’appartamento di famiglia con le sue teorie (in cui mette in mezzo “il campo di Higgs” per far riaprire il processo), si riaccende una speranza. Svelando ai fratelli di aver sentito una frase dubbia, durante i funerali della donna uccisa all’epoca dei fatti, su cui poi ha indagato, vuole cambiare quello che definisce “l’odore delle cose” per alleviare anche il senso di colpa di Luca. La vittima, infatti, era malata e sarebbe comunque morta da lì a poco.
Questa sua scoperta però nasconde altro e Giulia non tarderà a scoprirlo.

Il pubblico in sala è completamente proiettato all’interno della scena, sembra quasi origliare silenziosamente dietro pareti invisibili di un ideale appartamento, invece è lì, dentro, a pochi passi dai protagonisti; quanto sta accadendo all’interno di quel salotto, comprensivo di due divani, un tavolo con sedie e un enorme specchio rettangolare, da cui poter spiare i movimenti degli attori da un’altra angolazione, si fa sempre più intenso. Tutto è tremendamente realistico, a partire dalla storia, che tocca nel profondo; fatti di cronaca come quello vissuto da Luca, infatti, se ne leggono quasi quotidianamente e lo spessore dei personaggi ne fa esaltare i sentimenti. Realistica, inoltre, è anche la tavola imbandita per fare festa: la lasagna e l’arrosto consumato nei piatti, tra le battute dei tre fratelli e la splendida mamma – sapientemente interpretata da
Michela Martini – contribuiscono a dar sapore a tutta la vicenda.

La sorella migliore, che dopo Roma continuerà a emozionare il pubblico a Napoli al Teatro Diana, fino al 10 marzo, per giungere poi al Sociale di Stradella (Pv), il 13 marzo, e, il 14, al Della Concordia di Venaria Reale (To), è uno di quegli spettacoli che lascia il segno e non si cancellano dalla mente, come le notizie di cronaca che marchiano a vita le pagine dei giornali.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Argot
Via Natale Del Grande, 27 – Roma
da giovedì a sabato ore 20:30, domenica ore 17:30

Argot Produzioni / Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro
in coproduzione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti presentano
La sorella migliore
di Filippo Gili
regia Francesco Frangipane
con Vanessa Scalera, Daniela Marra, Giovanni Anzaldo, Michela Martini
scene Francesco Ghisu
disegno luci Giuseppe Filipponio
musiche Roberto Angelini
costumi Eleonora Di Marco
Aiuto Regia Maria Castelletto
Organizzazione Luisa Di Napoli, Marcella Santomassimo
Amministrazione Sabrina Competiello