Lo sguardo di Medusa buca gli occhi

Recensione Nottuari. Dai racconti di Thomas Ligotti, un viaggio nei meandri della nostra mente assediata dal buio, o Nottuari secondo Condemi. Al Teatro India.

La coscienza umana è davvero un tragico passo falso dell’evoluzione? Se la natura ha creato qualcosa di separato, come può la creatura sopportare la consapevolezza di esistere al di fuori delle leggi naturali? Se la coscienza stima la propria singolare esistenza, come può tollerare il “non senso”, l’evidenza che in realtà contiamo meno di niente? Queste sono solo alcune delle domande che traggo dalla confessione di Rustin Cohle a Martin Hart nel primo episodio di True detective, la serie scritta da Nic Pizzolatto ispirata – tra le altre – anche ad alcune opere di Thomas Ligotti.

Si tratta delle stesse domande che sostengono la complessa architettura drammaturgica di Nottuari, in cui Fabio Condemi assembla suoni, colori, oggetti e parola, per disegnare l’orrore dell’esistenza a partire da alcuni racconti dello stesso Ligotti. Si tratta di esprimere un dolore sordo come un mal di testa accecante, scandito qua e là – come per Amleto – dai brutti sogni. Questi sono i punti molli di una coscienza che promette un IO pronto all’uso, ma che ben presto si rivelerà di una consistenza imbarazzante.
Gli incubi fanno sorgere il sospetto di non appartenere ad alcuna schiera angelica. Eros non è fondamento, piuttosto una copertura di quella morte che appare come un taglio, o prima ancora, come un innocuo det-taglio che fa punto di attenzione nel quadro: basta spostarsi un po’ di lato, o guardare in una fessura (ci viene mostrato Étant donnés di Marcel Duchamp), ed eccola lì, la zona oscena. René Magritte, in La riproduzione vietata, mostra un ritratto allo specchio: peccato che il soggetto veda solo le sue spalle. Noi non sappiamo chi è che ci appare riflesso, le cui terga potrebbero piuttosto celare un simulacro calzato e vestito.

Sulla scena è un conferenziere a dircelo: il sangue di un capo tagliato (per esempio Giuditta e Oloferne di Caravaggio), sulla tela è rappresentazione. La bellezza è l’espediente per esorcizzare l’orrendo, così da saziare – senza incappare nello sguardo di Medusa – la nostra pulsione scopica. Immaginate però un bambino costretto a guardare per anni gli occhi vuoti di una madre: in cosa potrà rispecchiarsi? Ecco allora che Medusa sfonda la forma estetica e torna in corpore vili. Di là da quello sguardo c’è il “reale”, che irrompe “mentre la mente si balocca con le parole”. È possibile sfuggire all’orrore stando forse nel cuore dell’orrore, ma a patto di ridursi a “cosa senza occhi”, come Edipo che, resosi cieco, può sostenere la propria verità giunta a lui da un altro cieco.

Tra esperimenti sulla coscienza, visioni da incubo, risvegli notturni, luci scialitiche e musiche volutamente assordanti, la composizione assume una sorprendente omogeneità per dei quadri che si susseguono in un bianco spettrale. Il rumore continuo di frigo in ricarica fa pensare alla coscienza come a una macchina da alimentare senza posa, così da tenere lontana la depressa sensazione di sentirsi estranei.
“Dolcetto o scherzetto?” fa una bambina che suona a una porta. I sogni non vengono mai per il dolcetto, ma per scherzare beffardamente con la nostra certezza ontologica. Questa è come “il ghiaccio di un fiume che si sta rompendo”, e saperlo per certo, non cambia affatto l’inevitabile. L’inevitabile è la consapevolezza pulsante che siamo “errori” mal adattati a una natura che non ci vuole. Per questo lo “zero” è la cifra dell’essere per Condemi: zero come essenza; zero come stima di valore; zero come numero ideale per una popolazione il cui dovere eutanasico è solo l’estinzione.

Lo spettacolo va in scena
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman 1, Roma
dal 22 febbraio al 5 marzo 2023, ore 20.00
domenica 26 febbraio ore 18.00 – domenica 5 marzo ore 19.00 – lunedì riposo

Nottuari
ispirato alle opere di Thomas Ligotti
regia e drammaturgia Fabio Condemi
scene, drammaturgia dell’immagine Fabio Cherstich
musiche originali Paolo Spaccamonti
sound designer Andrea Gianessi
con Carolina Ellero, Julien Lambert, Francesco Pennacchia, Ludovica Marsilii
durata 90′
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, LAC Lugano, Teatro Piemonte Europa, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale