Sabato 16 settembre, contraddicendo ogni previsione meteorologica avversa, si è tenuta come previsto la performance itinerante Rubedo di e con Cecilia Bertoni – all’interno della Tenuta dello Scompiglio.

Il dramma a tappe è una riflessione sulla vita e sul (buon)morire, che parte dall’assioma che vi sia una transizione da uno stato all’altro con una discontinuità che potremmo definire solo apparente. Un “trapasso” che ha molto a che vedere con la fisica quantistica e, nel contempo, con approcci orientali o più specificatamente buddisti – lontani dalle religioni monoteiste, legate a un’anima o una coscienza immortale.

Un percorso, quello all’interno della Tenuta, che tende a liberare la mente concentrando il partecipante (più che spettatore) su se stesso – il proprio respiro, il rumore dei propri passi, la fatica del camminare – e ciò che lo circonda – una natura ancora lussureggiante alle soglie dell’autunno, con le colline suddivise in geometrie precise dai filari di viti, i terrazzamenti per gli ulivi, ma anche l’anarchico affermarsi di qualche cima d’albero secolare. E intorno, un silenzio spezzato solo dal verso di qualche uccello che, pian piano, si sovrappone ai rumori del progresso che preme da ogni lato la Tenuta e che, nella nostra vita quotidiana, ci assale e sommerge nella nostra apparente inconsapevolezza.

Al termine della salita, entriamo nel Metato del Pastore dove ci accoglie la vivacità del fuoco che arde in un piccolo camino e illumina l’ambiente e lo schizzo su carta di torso umano con colonna vertebrale e segni/cicatrici che paiono affliggerne la carne. Il video, già utilizzato in On the corner (una performance a cui abbiamo assistito nel 2020), continua a sollecitare emozioni e rimandi a un presente che è subito passato, e alla fine di un’esperienza che tutti ci accomuna – ossia quella umana – che ci e si brucia, consuma ma, forse, sarebbe più opportuno dire trasforma. Così come accade al buio che impregna lo spazio che ci ospita e che, improvvisamente, si apre a nuove possibilità e esperienze.

Eccoci nuovamente in cammino, come pellegrini votati a una quest quasi medievale, verso un secondo metato con vetrata a parete sulla radura. All’interno Cecilia Bertoni sta completando un’opera di cucito: su una specie di coperta per asini o cavalli, la performer ha ricamato un puzzle di parole e ora termina di appuntare quello che sembra un pantaloncino per bambini – forse un simulacro? Due curatissimi asini fanno la loro apparizione e, come psicopompi di questo rito laico, saranno loro ad accompagnare i nostri pensieri e parole, consegnati alla carta nero su bianco, verso un braciere dove si trasformeranno in lente volute di fumo che saliranno verso un cielo brumoso.

Cosa affiderà ciascuno di noi al fuoco perché si compia quella trasformazione che è anche metafora di una precisa scelta di abbandono? Le parole che dovrebbero rendere visibilmente concreto ciò che ci lega e ci impedisce di lasciare la nostra casa/corpo/prigione scivolano in un momento di raccoglimento molto intenso: intorno a una tavola silenziosa, dove si è riflettuto sul proprio passato e sulla difficoltà di liberarci dello stesso – buono o cattivo che sia stato.

La trasformazione in cenere è affidata ad Angelica D’Agliano che ci accompagna per un tratto, anche con la sua voce calda ma capace di esplosioni vocali che fanno vibrare – attraversandolo – il nostro corpo.

Il ritorno si snoda tra declivi più dolci: vigneti, ulivi, ciliegi, nocciole e querce accompagnano il nostro sguardo insieme alla ricerca, del tutto personale, dei piccolissimi grappoli d’uva, già vendemmiata, abbandonati a terra per gli animali che se ne ciberanno.

Rientrati in sede, è l’elemento tecnologico della cuffia a riportarci alla nostra quotidianità. Nello spazio espositivo della Tenuta, ci immergiamo in un ambiente insieme sonoro e visivo, circondati dal buio. Il fuoco divampa sulle pareti ma i muri/teli che ci circondano (sui quali sono proiettati quattro video in formato gigante, a volte sincronicamente e altre no) si trasformeranno presto in stanze di un bianco accecante attraversato dal rosso porpora del vestito della performer. Un letto candido per raccontare un’esistenza: amori, amplessi, risvegli, gioia di vivere ma anche quella fatica che il trascorrere del tempo accentua. Si rincorre la vita, la si accarezza, tentando di prolungare i momenti di felicità nella consapevolezza che solo eccezionalmente gli stessi potranno accompagnarci.

Condividiamo un’esperienza che invita a interrogarci sulle cose importanti e, al contrario, sui bisogni indotti, isolandoci per un momento dal consumismo frenetico per ritrovare la semplicità di un respiro, una domanda, un gesto. Scopriamo o riscopriamo la necessità, ogni tanto, di fermarci a riflettere sulla vacuità dell’esistente pur nella sua ferocia – che è sopraffazione di pochi che tutto farebbero per mantenere i loro privilegi considerati irrinunciabili, eppure effimeri quanto la sofferenza. Ritorna un desiderio di armonia che non sembra trovare posto nell’attuale mondo occidentale.

Lo spettacolo continua:
Associazione Culturale Dello Scompiglio

via di Vorno, 67 – Vorno (LU)
da venerdì 22 a domenica 24 settembre e da venerdì 29 settembre a domenica 1° ottobre 2023, ore 17.00
(spazi esterni e interni della Tenuta Dello Scompiglio)

Rubedo
performance itinerante
ideazione Cecilia Bertoni
in collaborazione con Carl G. Beukman e Claire Guerrier, Fernando Marques Penteado
regia Cecilia Bertoni
musica, suoni e rumori Carl G. Beukman

con
dal vivo Cecilia Bertoni, Fernando Marques Penteado, Angelica D’Agliano e Siria Tasselli
asinari Deniel Balestra, Andrea Michelucci e Daniele Biagioni
e con Totò & Nina
nei video Cecilia Bertoni, Carl G. Beukman, Claire Guerrier e Fernando Marques Penteado
bardamenti di Totò & Nina Cecilia Bertoni

video
riprese On the corner Simone Alderighi, Nadia Baldi, Cecilia Bertoni e Alice Mollica
riprese ed effetti visivi Rubedo Nadia Baldi
editing Nadia Baldi e Cecilia Bertoni
realizzazione costume Rubedo Lucia Castellana

direzione tecnica e allestimento Paolo Morelli
assistente Giulia Bonito
produzione Michela Giovannelli
ufficio stampa Angelica D’Agliano

Nella foto: Cecilia Bertoni durante la performance, courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio