Mercoledì 19 luglio

La nostra giornata festivaliera inizia all’interno del Chiostro di Sant’Agostino con l’apertura del Convegno, Chi ha paura del teatro digitale. Tre giorni di dialogo e attività varie per approfondire le tematiche di questa forma di teatro che si è posta all’attenzione di un pubblico più vasto – soprattutto in forma di fruizione in streaming – durante i periodi di lockdown legati alla Covid-19.

Alla visione accademica del fenomeno è dedicata la prima parte con Anna Maria Monteverdi della Statale di Milano e Antonio Pizzo dell’Università di Torino, i quali – come relatori – hanno affrontato il tema dal punto di vista delle tecniche e della loro implementazione nel corso degli anni sia in campo teatrale sia in altri settori, come i videogiochi.

Antonio Pizzo, in particolare, si è soffermato sulla nascita e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (A.I.) con riferimento agli algoritmi che permettono al pubblico di interagire con la stessa. Ma anche sulla capacità di quest’ultima di tenere conto delle sollecitazioni che le vengono inviate.

Più avanti, nel pomeriggio, inizia la programmazione degli spettacoli. Presso la Palestra di San Sebastiano, alle 17.00, Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa mettono in scena Solo quando lavoro sono felice, che integra le capacità da stand up comedian del primo con quelle attorali del secondo. Un incontro/scontro che quasi subito si discosta dal titolo per indagare una marginalità sempre crescente nella quale sta sprofondando il mondo del lavoro. Mentre nella società, una maggioranza di giovani e meno giovani stenta a reagire alle chimere ideologiche dell’infima minoranza che da tutto ciò trae immensi profitti. In un mondo ove tutto è ormai codificato, dalle cosiddette lettere motivazionali ai curricula rigorosamente in formato europeo – ossia corrispondenti ai desiderata di quell’Europa che vaneggia di mondi ecosostenibili e digitalizzati mentre si impegna in una guerra, vera, dopo l’altra a difesa del capitale e per la conquista di nuovi mercati e materie prime. L’interlocuzione con il pubblico è parte dello spettacolo e genera gag godibili. Si passa da analisi sull’origine dei cognomi al luddismo fino alle lotte operaie del Novecento. Uno sguardo disincantato ma forse un po’ nostalgico per quella classe operaia che non sarà andata in paradiso ma era almeno conscia (e orgogliosa) di essere tale. Solo il rifiuto di ciò che ci viene proposto, e quasi imposto, sembra la soluzione: ribellarsi qui e ora. Uno spettacolo che fa ridere, ma a denti stretti, e che è, nel contempo, una pesante denuncia nei confronti di coloro che da questa precarizzazione del mondo del lavoro traggono il massimo profitto. Una denuncia di un mondo che i mass media vorrebbero farci credere come l’unico possibile e che serve a mantenere uno status quo utile a un capitalismo sempre più predatorio e repressivo.

In serata, mentre si alza una piacevole brezza, in Piazza del Duomo scopriamo il duo Zenzero e Cannella con lo spettacolo Seguime – legato alla tradizione circense (per i numeri di equilibrismo) ma in grado di esprimere una narrazione poeticamente compiuta come insegna il nouveau cirque. Il duo riesce a creare un crescendo grazie anche al coinvolgimento del pubblico, sollecitato dalla vitalissima performer. In scena si attua l’incontro/scontro tra due civiltà – tema quanto mai attuale anche ai nostri giorni – ossia quella dei conquistadores e quella delle popolazioni native: incomprensioni e momenti di rivalità sono posti di fronte ai nostri occhi con la leggerezza – nel vero senso della parola – tipica della tradizione circense e della sua attuale evoluzione. Acrobazie, musica anche live e mimica servono a trasportarci in questo mondo, dove la soluzione dei problemi è sempre possibile così come quella della creazione di un nuovo sistema sociale basato sulla pace e la multiculturalità. Una scenografia povera, ma allo stesso tempo funzionale, ove nulla è superfluo ma è tutto necessario al succedersi di azioni e numeri. Un messaggio di pace al quale partecipa, con molta convinzione, il pubblico presente componendo una nuova bandiera multicolore che pare simboleggiare l’uguaglianza e il rispetto tra culture.

Più tardi, presso l’Auditorium di Sant’Agostino, Teatrino Giullare mette in scena Drone Tragico, un volo sull’Orestea. Un lavoro nato all’interno delle Residenze Digitali riproposto, in questa occasione, a teatro. In fondo al palco (che pare quasi un tunnel), ai cui lati sono predisposte due postazioni per l’interpretazione del testo dal vivo, si segue la resa digitale del racconto. La fruizione da parte dello spettatore è, quindi, puramente visiva in quanto la possibilità di intervenire sulla scenografia digitale è demandata agli interpreti. Il narrato, suddiviso in quattro parti, è visivamente molto interessante con colori che sembrano usciti da un quadro espressionista e le maschere che galleggiano sopra questo magma di morte. Il movimento all’interno dello spazio digitale (quasi filmico), spesso a scatti, è opera di chi possiede il cursore, il che riduce l’interesse e defunzionalizza lo spettatore, rispetto al prodotto digitale originale, in quanto lo spossessa della scelta etica ed estetica di una visione personale.

Domani è un altro giorno…

Gli spettacoli si sono tenuti nell’ambito di Kilowatt Festival 2023:
Cortona, varie location
mercoledì 19 luglio, dalle ore 14.00 alle 17.00
Sant’Agostino, Sala Pancrazi
Chi ha paura del teatro digitale
Convegno sulle piattaforme digitali e le tecnologie in rapporto con la creatività

ore 17.00
Palestra di San Sebastiano
Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa presentano:
Solo quando lavoro sono felice
di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa

ore 22.00
piazza del Duomo 
Zenzero e Cannella presentano:
Seguime

ore 23.00
Auditorium di Sant’Agostino
Teatrino Giullare presenta:
Drone tragico
con musiche Cleaning Women
(teatro digitale)

Nella foto: Il ritorno a casa di Oreste, da Drone Tragico di Teatrino Giullare