Quando le favole diventano occasioni di riflessione

Al Teatro Comunale A. Testoni di Casalecchio di Reno vanno in scena gli animali delle fiabe morali di Pierre Notte, uno tra i maggiori esponenti della drammaturgia francese contemporanea.

Per la prima volta arriva in Italia la drammaturgia di Pierre Notte, autore, giornalista e regista francese quarantaduenne, nominato nel 2006 segretario generale alla Comédie-Française.
Lo spettacolo, Cosine Robette (Bidules Trucs), si inserisce in un percorso all’interno della drammaturgia francese di Notte, iniziato il 12 aprile, e che ha visto, negli scorsi dieci giorni, un avvicendarsi frenetico di incontri, spettacoli e mise en espace, presso i laboratori DMS dell’università di Bologna – in cui, ad apertura del focus nazionale, si è tenuto l’incontro Tradurre in teatro, l’esibizione di Pierre Notte nella prima assoluta di Moti d’attore prima della scena (Stations d’acteur avant l’entrée en scéne) e la mise en espace de L’ira (La colère).

Ma tornando allo spettacolo, Cosine Robette si compone di nove quadri, o meglio “nove pezzi non proprio facili, per adulti dai sette ai centosette anni”, in cui a parlare sono svariati personaggi delle fiabe e non: bambini annoiati in cerca di un amico, soldati che lasciano la guerra per rifugiarsi con le zebre nella savana, ranocchie che baciano principesse petulanti per far diventare anche loro ranocchie, giraffe sbadate che vivono nel mondo alla rovescia e che non sanno sentire se non hanno gli occhiali e amano fare compagnia a orsetti lavatori che aspettano autobus che non arriveranno mai, per poi incamminarsi insieme nel profondo dell’anima dell’orsetto.

E ancora, la statua del leone che diventa reale quando il bambino gli regala la sua amicizia, facendogli battere finalmente il cuore, mentre le signore che odiano i bambini diventano statue, proprio perché un cuore, forse, nemmeno ce l’hanno. E infine l’otaria che vorrebbe tanto sapere se il suo papà, elefante marino, l’ha voluta veramente e lui che non riesce a rispondere perché si addormenta sempre con la faccia nel tonno – che è nel suo piatto.

Tante storie che si capovolgono, si rovesciano, si svuotano per poi riempirsi di altri significati, di altre morali: storie che fanno ridere i bambini, amanti ingenui dell’incredibile che può diventare credibile, dello stra-ordinario che può essere ordinario; e che fanno riflettere gli adulti, costretti al muro dalla semplicità – attraverso la quale le complicazioni, l’indifferenza, la mancanza di attenzione e di cuore che ci appartengono nel quotidiano possono essere denunciate.

Pierre Notte vuole raccontare ai bambini che esiste un luogo dove si può fare amicizia con gli animali feroci, l’uomo può rinunciare alla guerra e scegliere di vivere nella pace della natura, e in cui essere ranocchie ha molti più vantaggi dell’essere principesse, e una giraffa può decidere di “accettare caramelle” da uno sconosciuto. Mentre agli adulti si mostra che un altro mondo è possibile: un mondo dove il diverso può anche non essere il nemico, in cui la violenza e la guerra sono insensati, e la natura può trasformarsi nel luogo ideale dove trascorrere una vita serena, in cui la bellezza plasticosa e la ricchezza – vizi della nostra epoca – non sono meglio di un’esistenza semplice ma in libertà.

Ma soprattutto, per grandi e piccini, per la prima volta c’è un lupo che non divora, ma viene divorato dal bambino che attraversa la foresta, e che ora ha zanne e una pelle tutta nuova.

In soli sessanta minuti, attraverso brevi e semplici quadri, Notte è in grado di insegnare la vita, o meglio di ricordare cos’è la vita, facendo del teatro il luogo dell’educazione. E gli adulti, come raramente succede, tornano a essere i bambini ai quali, prima di andare a dormire, viene narrata la favola, nella speranza che imparino qualcosa.

Fantastici i narratori che, senza altro espediente scenico se non delle immagini di animali ad apertura quadro e brevi stacchetti musicali tra un quadro e l’altro, sanno catturare l’attenzione del pubblico, permettendo agli adulti di restare a bocca aperta e con occhi sgranati, proprio come i bambini che, meravigliati, ascoltano – per la prima volta – gli animali delle fiabe parlare di sé.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Comunale A. Testoni
piazza del Popolo, 1 – Casalecchio di Reno (BO)

Cosine Robette
di Pierre Notte
traduzione di Anna D’Elia
con Angela Malfitano, Francesca Mazza e Roberto Latini
Mise en espace a cura di A. Malfitano e F. Mazza
suono Alessandro Savioni