Il respiratorio

Recensione Breathing Room. Nella sala del Centro Nazionale di Produzione della Danza Körper, in Piazza Vittoria a Napoli, l’artista Silvia Gribaudi (Premio Giovane Danza D’Autore, finalista Premio UBU come migliore spettacolo di danza e finalista Premio Rete Critica, Premio CollaborAction#4, Premio Hystrio Corpo a Corpo) attiva un processo creativo inclusivo in tempo reale, ideato da Salvo Lombardo (performer, coreografo, regista multimediale e curatore di progetti performativi, direttore artistico di Chiasma).

Prendere fiato. Fermarsi. Attivare tempo liberato, proprio, fuori dai recinti, dalle dinamiche prestabilite, eterodirette. Fuori, dai contorni, e ritornare dentro, a fare parte di un corpo, umano, prima che sociale. Se la società ci fa carne per contenitori, masse di consumo, pezzi di ingranaggio. Riprendere fiato.

Cosa muove il respiro tra le cose: quel tra-spirare, quello spiraglio tra il prendere e il dare, tra il rubare pezzi di mondo e rilasciare fiato al mondo in pezzi?

È la domanda a movente dell’atto poetico Breathing Room ideato da Salvo Lombardo, un ambiente in mutamento contemporaneo, materia performativa e fisica di un processo creativo in divenire, mutuato dalla partecipazione spontanea tra performer e spettatori. Quando l’arte non ostenta l’inclusività per ipocrita propaganda ma ne sostiene l’effettività, il reale accadimento. E alleggerisce l’anima, riporta alla condizione naturale di uomo/donna, permette di accedere nelle profondità da cui si è distratti, fuori da cui si è indotti.
Buio, in sala del centro nazionale di produzione Korper, a due passi dal mare, furioso, tra i frangiflutti e le navi da crociera. Buio e una premessa per gli spettatori: libertà di azione. Si forma un cerchio, seduti in terra, spalle al muro, quando la penombra è luogo di quiete, di nudo nascondiglio, di estromissione del dinamismo confezionato per intromettersi in sé, e essere prossimi all’altro. In un comune senso di comprensione. Un collettivo rito di ascolto, di rappresentazione.

Una voce registrata fa suonare l’aria. Frammenti di parole in forma di dono, restituite da altri artisti coinvolti, per un progetto polifonico di cui Salvo Lombardo si fa trait-d’union: ogni apertura di questo “respiratorio” è attivata dall’invito di un artista proveniente dall’ambito della danza e della performance e nel perimetro relazionale abitato prende vita un atto performativo in tempo reale, senza prove, né anteprime, nemmeno repliche.
L’ispirazione da Il silenzio è cosa viva, di Chandra Livia Candiani. La voce registrata nel silenzio. Nello scuro. Silvia Gribaudi seduta, co-partecipante. Prossima. Un corpo pronto al movimento, ricreato dall’attimo stesso, dal presente, non premeditato. Quando si muove, quando danza, il corpo risponde al respiro collettivo, alle percezioni suggestionate dalla presenza fisica altrui. I gesti sono convulsi e impegnati, coinvolgenti, complici. Anche netti, tecnici, aderenti ad un rigore formale al tempo stesso evaso per ragione dell’attimo, del momento. E si tende, la danzatrice, puntando gli arti verso gli spettatori, nel cercare contatto, senza pretesa. Ci si scioglie, dal pudore delle prestazioni, dal senso di vergogna di esporsi, di snodare il fisico e destinarlo al libero arbitrio. Prende corpo nello spazio scenico una massa informe fisica, carnale, dalle figure degli spettatori, partecipanti, incoraggiati dalla leggerezza trasmessa dalla Gribaudi.

Un processo ad innesco, involontario. E l’arte diviene corpo sociale, rito di liberazione. Evitando tecnicismi e rese intellettuali (senza verità), ma riproducendo una autorappresentazione suggerita dalla poetica testuale e guidata (senza autorità) dalla performer.

Una relazione forte. Silente. Senza spiegarsi o rappresentare posizioni. Ma corpo. E spirito alleggerito. Trasmigrato dalla potenza del movimento, senza partitura, né grammatica.
Per riprodursi. Nelle memorie di ognuno, nelle coscienze, quando lontano dallo spazio scenico, lontano dallo spazio liberato, ci si cimenta nel comportarsi in automatismi doverosi, dovuti.

Un atto di disobbedienza, nell’essere adesso senza dipendere da nessun futuro. E liberarsi di qualsiasi passato.

Lo spettacolo è andato in scena
Spazio Körper
Via Vannella Gaetani 27, Napoli
3 dicembre 2023

Breathing Room
Ideazione, testi, voce e ambiente di Salvo Lombardo
con la partecipazione di Silvia Gribaudi
Drammaturgia ispirata a Il silenzio è cosa viva di Chandra Livia Candiani
Appunti, parole, immagini in forma di dono di Fabio Acca, Michele Di Stefano, Carlo Lei, Cristina Kristal Rizzo, Alessandro Sciarroni, Alessandro Tollari
Sound design Fabrizio Alviti
Citazioni musicali da Ira di Iosonouncane
Produzione esecutiva Chiasma