Felicissima jurnata, Storie di noi, Beat Forward

Al Primavera dei Teatri, Felicissima jurnata, espressione che, dietro all’entusiasmo di una città vivace e spensierata come Napoli, nasconde un ossimoro, una contraddizione, tipico di una realtà che è gloriosa proprio nella sua nobile miseria, intima e potente, affollata ma solitaria, ostinata e fragile.

Puteca Celidonia fa un lavoro eccezionale: adatta la poetica universale di Giorni Felici di Beckett alla realtà di Rione Sanità di Napoli, fondendo due registri, l’alto e il basso, il lirico e il popolare, per ottenere un successo di pubblico e di critica che abbraccia contemporaneamente il sociale e l’artistico, in una intuizione teatrale brillante e acuta. Ecco che il cumulo di terra che avvolgeva Winnie nel dramma beckettiano diventa qui un abito imperiale e imponente (costume di Rosario Martone) che la protagonista tesse sulla scena, tenendo le fila di un dialogo apparentemente disinvolto e leggerissimo con il burbero e militaresco marito del piano di sotto, all’interno della stessa gonna che diventa casa, tipico bassofondo a piano terra con ingresso su strada, del quartiere Sanità, mentre un traffico di voci e di rumori – caratteristico di Napoli – procede senza sosta all’inizio della scena.

La macchinosa e bellissima scenografia di Rosita Vallefuoco permette di sbirciare all’interno del piccolo abitato, mentre il dramma della conversazione, in realtà monologo della sola Antonella Morea, procede senza risposta, se non i monosillabi e i versi a rischio fiato di Dario Rea, che continua a immergersi in piccole vasche piene d’acqua, oblò della lavatrice compreso, immagine della nuova resistenza e di inquietante sopravvivenza. Uno spettacolo nel vero senso della parola, che dalla parola riadattata al linguaggio napoletano, trae forza e vigore, regalandoci infinite storie in questo scorcio di bellezza e insieme di miseria che si imprime nella memoria e difficilmente si dimentica.

A seguire, il giorno dopo va in scena Storie di noi di Giuseppe Provinzano, attore e regista palermitano dagli occhi che bruciano e che dà voce alle storie di palermitani comuni in 57 minuti, lo stesso numero dei giorni che hanno diviso la strage di Capaci da quella di via d’Amelio. In una vecchia tuta a colori, prendendo a calci un pallone che si diverte a palleggiare mentre gli spettatori prendono posto nel Capannone dell’Autostazione di Castrovillari, Provinzano, su musiche piene di ritmo e di rabbia e voci fuori campo e potenti, tra macchinine telecomandate da nessuno, su una cartina di Palermo stesa sul pavimento, ci restituisce il senso della guerra – nelle vite dei ragazzi delle periferie che vivono accanto agli assassini, senza capirci qualcosa – e l’innocenza al servizio della guerra – nell’attesa di una sposa che aspetta da tempo il giorno del suo matrimonio. E poi c’è Tony, a metà tra vittima e carnefice, che insegna che resistere ed essere, non importa chi, a Palermo sono la stessa cosa.

A seguire, al Teatro Vittoria, è andato in scena Beat Forward, firmato Igor x Moreno (i coreografi Igor Urzelai e Moreno Solinas) con il Collettivo Mine. Un esperimento più che uno spettacolo, eseguito su una musica techno dove protagonisti sono il piacere e la sua sensazione rivisitata e suggerita, con provocazione, dagli interpreti in scena. Roberta Racis, su tutti, tiene le fila della performance, dirigendola con versi di incitamento, ai confini dell’eccitazione in chi guarda, che resta straniato, attonito, poco convinto, ma comunque rapito dal senso ultimo della performance: gli infiniti usi del corpo nel gioco di rimandi continui alle diverse combinazioni di relazioni possibili.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Primavera dei Teatri
sabato 3 giugno ore 21.00
Teatro Sybaris
Felicissima jurnata
drammaturgia e regia Emanuele d’Errico
con Antonella Morea e Dario Rea
e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità
scene Rosita Vallefuoco
musiche originali Tommy Grieco
suono Hubert Westkemper
luci Desideria Angeloni
costumi Rosario Martone
produzione Cranpi, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Puteca Celidonia

Domenica 4 giugno ore 17.30
Capannone Austostazione
Storie di noi
di Beatrice Monroy
diretto e interpretato da Giuseppe Provinzano
con (in voice off) Dario Aita, Emmanuele Aita, Ninni Bruschetta, Filippo Luna, Lucia Sardo, Manuela Ventura
luci e allestimento Gabriele Gugliara
drammaturgia sonora Sergio Beercock
video mapping Pixel Shapes
scene Valentina Greco
oggetti di scena Sebastiano Zafonte
organizzazione Agnese Gugliara
assistente di produzione Diana Turdo
curatela Fondazione Falcone Salvatore Benintende
produzione Babel
con il sostegno di Fondazione Giovanni Falcone
in collaborazione con Spazio Franco

Domenica 4 giugno ore 19.00
Teatro Vittoria
Beat Forward
regia Igor Urzelai e Moreno Solinas
aiuto regia Margherita Elliot
interpreti Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis, Silvia Sisto
musica AA. VV.
costumi Rebecca Ihle
disegno luci Mattia Bagnoli
produzione S’ALA, Fabbrica Europa
promozione Jean Francois Matthieu
in collaborazione con Amat e Comune di Pesaro nell’ambito di RAM – Residenze Artistiche Marchigiane e con Teatro Calderon di Valladolid nell’ambito del festival #meetyou2023