Teatro topico di Emma Dante

In scena al Mercadante di Napoli, Misericordia, spettacolo della regista palermitana, prodotto dal Piccolo di Milano, Piccolo Teatro di Milano, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo, Carnezzeria.

Misericordia. Provare vicinanza per il dolore altrui. E non puntare il dito, non giudicare, non condannare.
Tre donne e un bambino. Nella casa dove coabitano si prostituiscono. Ce n’erano quattro di donne, l’assente, è la madre del bambino, crepata sotto le botte del suo uomo. Nel teatro di Emma Dante i morti ritornano, si sa. Significante, fra gli altri, a dare identità ad una popolazione, attraverso i suoi riti, le sue relazioni. E la relazione con i defunti, di questo nostro Sud di cui il teatro di Compagnia Sud Costa Occidentale si fa rappresentante, è lascito di genìa primordiale, eredità classica, ellenica. Dalle rappresentazioni funerarie greche pare sia nata la maschera, l’imago, riadottata poi dai latini con usi differenti, ostentativi. Vivi e morti, ancora. Le cifre di una/un artista si rincorrono nelle opere, se non altro perché lo stile è una cosa seria, l’orma, quando è autentica, resta fedele alla propria carne, alla propria idea, alla propria ispirazione. In Misericordia sono evidenti i topos del teatro della Dante. E l’identificazione dei topos attestano la grandezza di un/una artista. Di Emma Dante sarebbe superfluo esaltarne ancora l’immensità. Riconosciuta dappertutto. E che rimarrà negli annali, del teatro. Torniamo al palco. Alle donne. Meridionali, con maggioranza di siciliane. La forestiera barese. Che siano prostitute non è immediatamente comprensibile. Se si rinunciano a leggere i “bugiardini” prima di entrare in sala, è la scena a svelarlo. E questo è significativo. La scena che non condanna, non racconta borghesemente di un individuo considerandone mestieri o propensioni, piuttosto la natura, l’umanità. La natura di donna, non diversa da nessun’altra. La donna/madre – le donne rimaste in vita, si prendono cura del bambino come fossero loro le genitrici in atto misericordioso, appunto – niente affatto ad indicare una subordinazione all’attività, ma una spinta, una vocazione, velando leggermente la violenza della destinazione di una “patente” esclusiva (i tecnicismi persuasivi non comandano l’accessibilità). Dalle tavole del palco traspare, invisibilmente, verso noi spettatori, la forza stordente dei non detti, delle percezioni, delle sentire non indicizzato, non finito, lasciato libero di implodere dentro le nostre coscienze, i nostri intelletti, le nostre anime.
È un teatro fisico, a cui ricorre Emma Dante per guardarci allo specchio, in questa occasione. Ma non plastificato. La fisicità consunta dei corpi delle donne, la fisicità reale, di cellulite, deformazioni, capelli sfibrati, grasso, seni cadenti. L’estetica del vero, a cui il palco da risonanza, sotto luci naturali aumentate o diminuite di tono a inspessire o diminuire contorni, attenzioni; dare fuoco o opacizzare. Sparsi oggetti, per il palco, mucchi di ninnoli, vestiti, tra le postazioni, e poi per tutto lo spazio scenico a seguito dell’utilizzo: il teatro che si ricrea, quando non pianificato, quando non architettato come spartito rigoroso, ma quando dal processo creativo la mano del regista guazza qualche pennellata traendo dalla forza espressiva (e creativa) dei suoi attori.
E la danza. Ancora. Stavolta del bambino, burattino, pupo, mosso dal suo destino inconsapevolmente, mosso dai fili senza saperlo. Una danza di una struggente e dolente umanità. Che produce misericordia sì. Per noi che vediamo dall’altra parte, e pensiamo di dover dire di cosa funziona, cosa non funziona, di virtuosismi, maniere, modi, citazioni e pugnette varie. Invece di sentire. Semplicemente sentire.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Mercadante
Piazza Municipio – 80133 Napoli

Misericordia
scritto e diretto da Emma Dante
luci Cristian Zucaro
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo, Carnezzeria
coordinamento di produzione Daniela Gusmano
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma