Attraversamenti umani

Se a cantare “Comprami” di Viola Valentino sono due escort decisamente non maggiorenni e se “Riderà” di Little Tony esce dalle labbra di due insospettabili papponi, siete finiti Nel Bosco di Carlotta Corradi, un luogo sospeso tra fiaba e realtà, dove i Lupi e i Cacciatori sono l’ultimo dei problemi di Cappuccetto Rosso.

Cos’hanno in comune Cappuccetto Rosso e una quindicenne da poco iniziata al mondo della prostituzione minorile capitolina? Il Lupo, certo, ma anche e soprattutto l’età, quel varco tra l’infanzia spensierata di una corsa tra i fiori e l’afflitta adolescenza di un corpo improvvisamente sessualizzato ed eterodiretto nella sua funzione da una società decisamente patriarcale, dove è l’uomo a dettare le regole. Adottando una «lettura priva di giudizi e moralismi sulla complessità» di quest’epoca di passaggio verso l’età adulta, Nel Bosco di Carlotta Corradi (già finalista alla 54° edizione del Premio Riccione, seppure nella sua versione progettuale), debutta in prima nazionale al REf21, andando a riscoprire quella ferita aperta e mai ricucita della «vicenda delle Baby Squillo dei Parioli».

Per l’asciutta regia di Andrea Collavino e il suggestivo disegno luci di Luigi Biondi, la creazione della vulcanica drammaturga sublima tra l’allegoria e il realismo magico, restituendo una visione delle cose rarefatta che rifugge qualsiasi intento didattico, lasciando non poche perplessità nel benpensante pubblico del Teatro India il quale, uscendo di sala a luci accese, si dichiara «agghiacciato» da un malessere sociale che trova facile approdo nelle acque torbide ma sempre calme della borghesia italiana. Tra battute caustiche al fulmicotone e scenografie simmetricamente sbilanciate, infatti, Nel Bosco non sembra voler rendere facile la digestione a nessuno, parlando di pompini, violazioni e peli sotto le ascelle con la stessa inevitabilità di una chiacchiera da bar tra amici. Le canzoni di un’Italia che fu cantate a più riprese, poi, rincarano la dose di spensieratezza, attuando un raro dispositivo scenico che avvicina la pièce, sornione e solenne al tempo stesso, al mondo patinato del musical.

Al netto di sparuti momenti farraginosi più nella resa che nel contenuto, questa cartolina di una Roma bene mai veramente scalfita da nessuno scandalo porta sulla scena tutto un mare magnum di incomprensioni intergenerazionali e aneliti di autodeterminazione che Corradi riesce ad arginare e rimodellare in un contenitore efficace e convincente, in cui i corpi di donna sono costantemente attraversati e calpestati dagli uomini, siano essi mariti, figli o mentori. Lo sfruttamento e il tornaconto personale sembrano infatti essere le uniche chiavi di lettura di una realtà per niente affabulatrice, dove la pietà è ben sepolta nelle tasche dei viventi, mentre i morti, da lassù, non guardano proprio un bel niente.

Così come raccontata dal professore «non giovane, non bello, ma molto divertente» che riuscirà ad “accaparrarsi” la verginità di Manu (la vera protagonista dei questo dramma di formazione), infine, l’evoluzione della “fiaba” da diletto gore a monito moraleggiante getta nuova luce sulle vicende di Cappuccetto Rosso, cercando e trovando un parallelo tra la nipotina di un tempo e quella di oggi, baby squillo a pagamento la quale, chissà, forse tra qualche secolo, sarà la protagonista di un’altra storia della buonanotte.

Lo spettacolo è ancora in scena all’interno di Romaeuropa Festival 2021
Teatro India – Sala A
Lungotevere Vittorio Gassman 1 – Roma
da martedì 5 a domenica 17 ottobre 2021
domenica ore 17:00
martedì 12 e giovedì 14 ottobre, ore 18:00
restanti giorni, ore 21:00

Nel Bosco
di Carlotta Corradi

con Jacopo Bicocchi, Elsa Bossi, Lia Grieco, Aram Kian,
Francesco Bolo Rossini, Romana Maggiora Vergano, Giulia Weber
regia Andrea Collavino
suono Hubert Westkemper
disegno luci Luigi Biondi
costumi e scene Anusc Castiglioni
fonica Gianluca Agostini
elettricista Francesca Zerilli

produzione Teatro Stabile di Bolzano in coproduzione con Teatro di Roma, Romaeuropa Festival e Riccione Teatro