Austria infelix

Dopo il debutto dell’anno scorso al Teatro di Napoli, il regista Roberto Andò (anche direttore del teatro partenopeo) porta per la prima volta sulle scene italiane l’ultima opera teatrale dell’austriaco Thomas Bernhard, Piazza degli Eroi, restituendo un dramma immobile e fin troppo appesantito dalla propria classicità per poter offrire una riflessione perlomeno interessante circa la deriva autoritaria dell’Europa tutta, che denuncia con gran fervore di forma, ma non di sostanza.

Patria genitrice di artisti del calibro di Mozart, Haydn e Beethoven, ma anche di Grillparzer e Hofmansthal, Rilke e Roth, Zweig e Schitzler, Klimt e Schiele, Mahler e Schömberg, l’Austria fu uno dei fari della cultura europea dal diciottesimo secolo – nonostante il regno della religiosamente antipluralista Maria Teresa – fino alla sciagurata Anschluss del 1938, data che segnò il declino non soltanto politico e sociale del paese, ma anche e soprattutto culturale. È proprio da questo momento di indubbia portata storica che lo scrittore, drammaturgo, poeta e giornalista austriaco Thomas Bernhard parte per enunciare, nel suo ultimo testo teatrale, «un atto di denuncia potente e ineludibile» che «descrive la pericolosa emersione in Europa di sovranismi e populismi, rigurgiti antisemiti, rigidità politiche».

Scritto nel 1988, l’anno precedente alla morte dell’autore, Piazza degli Eroi viene considerato come la summa maxima del pensiero e della poetica di Bernhard, un testo che gli valse le pesanti critiche dagli ambienti più conservatori del suo paese, i quali lo accusavano di sminuire la reputazione dell’Austria (impiegando, inter alia, anche il fantasioso epiteto di Nestbeschmutzer, “esterofilo” o, più precisamente, “sporca-nido”). Mai portato sulle scene italiane fino a questo momento, il feroce j’accuse bernhardiano narra, come di consueto, della brutale «ottusità consapevole» riscontrata dall’autore nell’Austria dei suoi tempi, paese dilaniato da un tentacolare passato nazifascista che continua a permeare le istituzioni democratiche, allora come oggi.

«La storia del professor Schuster, suicida per protesta contro l’avanzare della barbarie antisemita, è raccontata dal drammaturgo in una partitura a più voci, modulando una orchestrazione perfetta dove appaiono come relitti citazioni di altri grandi testi – tra tutti, Il giardino dei ciliegi di Čechov. La piazza e le voci inneggianti che si levano a disturbare la mente sconvolta della vedova del suicida sono la piazza e le voci che ovunque nell’Europa smarrita di oggi invocano l’uomo forte, “un regista che li sprofondi definitivamente nel baratro”, come dice lo zio Robert, il fratello del suicida, parafrasando lo stesso Bernhard», così il regista palermitano Roberto Andò, che si avvale del sostegno di grandi nomi del teatro contemporaneo quali Roberto Carpentieri e Imma Villa per mettere in scena una classica e fedelissima pièce che non agisce alcuna rottura con quel vieto canone occidentale di bloomiana memoria (con tanto di voci fuori campo e occhi di bue per i momenti di introspezione).

Al netto di una scenografia fortemente evocativa, con altissime soffitte borghesi e alberi avvizziti e senza radici sospesi tra la vita e la morte, l’Heldenplatz (titolo originale dell’opera) di Andò non mira né a sorprendere né a strabiliare, limitandosi a omaggiare con tutti i crismi di un certo “teatro da abbonamento” il testamento politico di uno scrittore facondo e pleonastico di indubbia sensibilità sociale, inviso ai più proprio perché capace di sparare a zero sia sull’allora imminente (e oggi attuale) catastrofe populista sia (forse, chissà) sulla boria mitteleuropea di un gotha ormai querulo e inerte, incapace di riconoscere il proprio ruolo “di classe” nell’ascesa delle «megalomanie sovraniste» post-naziste.

Lo spettacolo è ancora in scena
Teatro Carignano
piazza Carignano 6 – Torino
martedì, giovedì e sabato ore 19:30
mercoledì e venerdì ore 20:45
domenica ore 15:30

Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale presentano
Piazza degli Eroi
di Thomas Bernhard

regia Roberto Andò
autore Thomas Bernhard
traduzione Roberto Menin
con Renato Carpentieri, Imma Villa, Betti Pedrazzi, Silvia Ajelli, Paolo Cresta, Francesca Cutolo, Stefano Jotti, Valeria Luchetti, Vincenzo Pasquariello, Enzo Salomone
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
suono Hubert Westkemper
aiuto regia Luca Bargagna
assistente alle scene Sebastiana Di Gesù
assistente ai costumi Pina Sorrentino

diritti di rappresentazione Suhrkamp Verlag – Berlino rappresentata in Italia da Zachar International – Milano

Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale