Resistenza e appartenenza

L’avevamo vista in scena a Primavera Kids qualche anno fa, la storia di Re Pipuzzu fattu a manu, antica e preziosa favola calabrese sonorizzata dal vivo da Gianfranco De Franco. Torniamo ad ammirarla a Primavera dei Teatri.

Un racconto popolare tratto da una raccolta di novelle e di fiabe calabresi di Letterio di Francia, di cui l’originale era nel titolo Re Pepe e il vento magico. Una storia al femminile, dove la protagonista è una reginotta che, non trovando marito degno, decide di impastarsene uno con le proprie mani. Perché gli uomini chisti su: inconcludenti, ass’i coppe, votafaccia, brutti, pirchi, tamarri. De Luca, in una lunga gonna blu e maglia bianca, impasta, guardando il mare, acqua, sale e farina, cantando una filastrocca sul setaccio che è un antico tamburo. Il risultato è Re Pipuzzu fattu a manu, a cui aggiunge tutto ciò che serve per farlo giusto questo marito, degno di una principessa: intelligenza, fedeltà, bontà («‘na mezza tazza»), simpatia, gelosia («‘na mezza tazza»), passione. E finalmente, dopo sei mesi, re Pipuzzu è pronto, anche senza coraggio. Ma un vento magico improvvisamente lo porta via e da questo momento Reginotta dovrà affrontare diverse avventure per riportarlo a casa.

I personaggi del racconto si moltiplicano nella colorita interpretazione di De Luca che assume tinte grottesche, ora sapienti, ora terribili, ora burlesche, tipicizzate dalla musica di De Franco, che è co-protagonista. Il raffinato musicista e compositore entra con suoni originali dentro ogni mondo, lontano e diverso, conquistandolo brillantemente grazie ai suoi diversi strumenti, in particolare quando suonando il theremith, che incanta suonando il vento . Così De Luca, camaleontico e regale, dà conferma della sua straordinaria capacità attoriale e affabulatoria che nasce dal linguaggio, ma anche da tutte le varietà dei personaggi che ha dentro: oltre re Pipuzzu e Reginotta, anche la Draghessa, i carcerati e i tre eremiti emergono dalla sua voce, che tutte le contiene e ce le regala con emozioni che vanno dalla tenerezza al riso, dal divertimento al sospetto, nell’incontro tra ogni parte in cui la verità emerge lentamente sul finale, a sorpresa, fatto scegliere per alzata di mano dagli spettatori.

Quella di De Luca è la scelta vincente di portare in scena una fiaba sconosciuta, ma raffinata, aperta a tante interpretazioni nella trama, laboriosa ma dal linguaggio popolare, dall’intreccio narrativo che incanta e lascia col fiato sospeso. Ci piace questa versione tradizionale di un De Luca in gonna e maglia colorati, narratore, cantastorie, trovatore moderno che miscela con saggezza alchemica antichità e modernità in uno spettacolo che ammalia grazie alla parola, a un’espressività vivace e affabulatoria, alla musica che particolarizza l’atmosfera del racconto, suggerendo scene magiche e dal gusto esotico.

Una favola che è capace di far sognare e soprattutto far andare oltre le facili apparenze che ergono tutti a giudici, togliendoci l’originaria innocenza. Applausi forti nella strapiena Sala Varcasia, trasformata egregiamente in uno spazio teatrale urbano e vivo, da cui il pubblico esce cantando la filastrocca di Re Pipuzzu. Conferma che il teatro calabrese è capace non solo di resistere, ma anche di generare appartenenza.

Lo spettacolo è andato in scena all’interno di Primavera dei Teatri:
Sala Varcasia
Via Principe V., Castrovillari
sabato 3 giugno ore 12.00

Re Pipuzzu fattu a manu
Melologo calabrese per tre finali
liberamente tratto dalla fiaba calabrese Re Pepe raccolta da Letterio di Francia e dalla riscrittura di Marcello d’Alessandro
di e con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
organizzazione e amministrazione Tiziana Covello
produzione Scena Verticale