Il teatro che guarda se stesso

In scena al Teatro Bellini di Napoli, Sei personaggi in cerca d’autore nella trasposizione originale di Valerio Binasco.

Un nome ricorrente, quello di Valerio Binasco, nel teatro degli ultimi quarant’anni. Ad attestarlo un palmarès di riconoscimenti eccezionale; a testimoniarlo, il modo con cui sta in scena: la sicurezza del padroneggiare il mestiere e l’estemporaneità del divertirsi ogni volta, il gesto indipendente dalla parola e autonomamente significativo, la tecnica a supporto della libertà interpretativa, la fascinazione della prova, l’incantamento. Uno spettacolo nello spettacolo, per chi guarda, dall’altra parte. Chiamati in causa in continuazione, gli spettatori, a mantenere viva la relazione, quel contatto fondamentale e primigenio perché il teatro esista. E si potrebbe finire qui, nel dire di questa trasposizione Pirandelliana, corale, collettiva, riccamente e premurosamente curata esteticamente, drammaturgicamente, attorialmente. Ma anche sporca, quel necessario a renderla prossima, credibile.

Binasco regista, regista “in campo”, non a pianificare architettando preventivamente la scena, ma agire contemporaneamente ai suoi attori Sara Bertalà, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Jurij Ferrini, e i ragazzi della Scuola per Attori dello Stabile di Torino (la bellezza della gioventù entusiasta); un’azione generata nel e dal processo creativo, rispettando la solidità dell’idea d’ispirazione ma giocando a decostruire, plasmare, ricreare. Ed è buon teatro quando ricrea la natura dello spettatore, quando lo rende partecipe e speculare, verso se stesso e l’altro da sé, per questo rito eterno di rappresentanti e rappresentati.
Rivive Pirandello, o per meglio dire non è tradito, attualizzato significando nel termine la capacità di essere ancora presente, e non trapassato. Rivive nell’attendibilità del palcoscenico rispetto alla inattendibilità dell’esperienza quotidiana, nel sarcasmo con cui vengono denunciate e capovolte le convenzioni sociali, nella tragica e lucida consapevolezza con cui ciascuno costruisce un personalissimo mondo di ombre e illusioni, nel gioco del teatro nel teatro, intellegibile, non troppo misterioso o di cervello.

Rivive la tensione che “attraversa i poli di un palcoscenico”(cit. dal foglio di sala) e più in generale s’incarnano i temi identitari, relazionali, umani, di mascheramento e verità cari agli artisti significanti di una comunità più ampia e universale.
I sei personaggi sono fantasmi, ricomposti da materia organica, interiore, nel loro unico habitat di vita possibile. Non indicano, non giudicano, cercano d’essere (o di non essere). E’ il dialogo a costituirsi asse portante della struttura drammaturgica, e la semiotica scenica veicolata da una mimica accentuata, anche nei non detti, interpellante ciascuno dei partecipanti, e da quadri d’immagine ad allargare l’orizzonte visivo e concettuale.
Qualche sonnolenza, qua e là, nel fluire verosimigliante della composizione, come una pausa su un pentagramma pieno di virtuosismi e di immediatezza. La cifra dell’eccesso, dell’esasperato, preferita nella caricatura drammatica dei personaggi a volere riproporre le nevrosi, e i paradossi di questi tempi, l’esibito a tutti i costi. Sotto una luce ghiaccio a fare chiarezza e contesto, significanza e oblio. Imponente la scenografia (riprodotto l’interno/esterno di una scuola di teatro), azzeccate le disposizioni formali, le composizioni corali, un missaggio tra canonico e d’innovazione, tra la sicurezza della pratica assodata e l’imprevedibile.
Da vedere.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Bellini

Via Conte di Ruvo, 14 Napoli

Sei personaggi in cerca d’autore
da Luigi Pirandello
con (in ordine alfabetico) Sara Bertelà, Valerio Binasco, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Jurij Ferrini
e con la partecipazione degli allievi della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino (Alessandro Ambrosi, Francesco Bottin, Cecilia Bramati, Ilaria Campani, Maria Teresa Castello, Hana Daneri, Alice Fazzi, Matteo Federici, Iacopo Ferro, Samuele Finocchiaro, Christian Gaglione, Sara Gedeone, Francesco Halupca, Martina Montini, Greta Petronillo, Diego Pleuteri, Emma Francesca Savoldi, Andrea Tartaglia, Nicolò Tomassini, Maria Trenta)
regia Valerio Binasco
scene Guido Fiorato
costumi Alessio Rosati
luci Alessandro Verazzi
musiche Paolo Spaccamonti
suono Filippo Conti
aiuto regia Giulia Odetto
assistente regia e drammaturgia Micol Jalla
assistente scene Anna Varaldo
assistente luci Giuliano Almerighi
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Nazionale di Genova
Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini