Il silenzio infranto

Il sesto giorno di Kilowatt Festival, tutto votato agli spettacoli selezionati dal progetto di «politica culturale» de I Visionari, è gravido di una tensione ipodermica, uno sforzo liberatorio di tutte quelle verità che premono sulla superficie della nostra pelle, nella speranza di eruttare, crepando quella patina di silenzio così elastica e così opprimente del conformismo.

Partendo dalla domanda “Perché il pubblico ha perso consuetudine del teatro?”, la compagnia CapoTrave, che promuove e realizza il festival dal momento della sua ideazione nel 2003, porta avanti, da allora, un progetto “folle” ed “esposto al fallimento” denominato dei “Visionari”: un gruppo di persone sempre diverso chiamato a selezionare 9 spettacoli tra una rosa di circa 300 compagnie di teatro contemporaneo e non solo. «Tra loro ci sono una commessa di supermercato, una professoressa del liceo scientifico, un barista, un operaio, una studentessa di lingue straniere, due elettricisti, tre pensionati» e molte altre professioni che rappresentano, nel loro insieme, quella compagine sociale essenziale per l’arte che è il pubblico. Oltre a sovvertire le dinamiche decisionali e di potere tipiche del sistema spettacolare, che vuole tali decisioni in testa al direttore artistico in carica di volta in volta, il progetto mira ad ampliare le strette mura dell’esperienza teatrale, cercando di renderle uno spazio meno di nicchia e, perché no, più quotidiano.

Untold, il primo spettacolo ad avere l’onore di aprire la Selezione Visionari 2021, parla una lingua ibrida, sineddotica, che giunge a noi dagli abissi di una ricerca formale nata nel 2014 dalle poliedriche Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti e Giulia De Canio del gruppo UnterWasser. Debuttata nel 2020 alla Biennale Teatro di Venezia, la performance a metà strada tra teatro di figura e arti visive sfida le categorizzazioni classiche e tenta, riuscendoci, di dar vita a un linguaggio «visuale, universale, silente». «Sotto l’acqua è il fondale, con le sue meraviglie nascoste che creano stupore. […] Sott’acqua la voce non ha lingua, le parole diventano suono e i significati si colgono con gli occhi. […] Sott’acqua è l’onirico, il mondo del simbolo, il mito, l’utopia. Per attingervi occorre infrangere lo specchio della superficie e immergersi». Le immagine pescate da questo mare magnum di suggestioni trovano in Untold una casa feconda dove articolarsi con eloquenza, andando a ricercare cosa si nasconde nel “non detto”, in quel sottile spazio liminale tra «censura e autocensura individuale», tra il non potere e il non voler comunicare, portare alla luce.

Tramite la manipolazione magistrale del medium luminoso, infatti, le artigiane dell’UnterWasser mettono “in ombra” quello che non viene messo “in parola”, innestando sogni nell’immaginario del pubblico grazie alla commistione di frammenti di fil di ferro e carne umana che sfonda i limiti dello shadow play convenzionale, sovrapponendo irrealtà tangibili e condivise in un vortice sempre più incalzante fatto di amori e disamori, dipendenze e indipendenze. Le tre anime sul palco del Teatro Dante sono capaci, al tempo stesso, di evocare dolcezza disarmante e spietata crudezza, restituendo al pubblico uno spettacolo maturo e onesto che mette a nudo gli artifici scenici solo per aumentare a dismisura l’illusione narrativa, trasportandoci così sotto quella patina di silenzio dove vivono le parole più assordanti.

Con Togliatti Mon Amour, il secondo spettacolo della Selezione Visionari 2021 ad andare in scena il 21 luglio, il passaggio dall’onirico al reale è netto, violento. Per la prima volta su un palcoscenico nel novembre del 2019 (presso il caro Teatro Studio Uno di Tor Pignattara), lo studio antropologico messo in atto da Carlotta Piraino si presenta per la prima volta al Kilowatt per parlare nuovamente di un tema scomodo (dopo il suo spettacolo sull’anoressia, sempre del 2019), da sempre relegato ai margini della discussione, culturale e non: la prostituzione. Spostando il focus sulla sfera della «maschilità idraulica», però, Piraino propone una riflessione sul lato clientelare del “mestiere più antico del mondo”, andando a indagare, anche con fatica personale, quel mondo di “puttanieri” volutamente sommerso da un silenzio pudico e ipocrita, ancor più silenziato dalla narrazione patriarcal-eterodiretta della necessità fisiologica dell’uomo di “svuotarsi” dei suoi eccessi machisti.

«Dall’incontro reale con un cliente della prostituzione da strada, un racconto denso e sorprendente sul mondo notturno di viale Palmiro Togliatti, arteria che taglia i quartieri di Roma Est, dove le lucciole stazionano e attendono i numerosi clienti di fronte a bar, abitazioni, ristoranti, a tutte le ore del giorno e della notte». Chiave di volta del relativo (perché a tratti troppo goffamente sbilanciato tra reale e prosaico, tra reportage teatralizzato e pièce dilettantistica) successo di questa rappresentazione scenica del sesso stradale mordi e fuggi, oltre alla “disumana” (perché rara, laboriosa e disorientante nella sua pratica) capacità di ascolto dell’autrice, attrice e regista, la presenza on stage anche del romanissimo e squisitamente onesto Furgonaro, habitué dei viali frequentati da donne di tutte le nazionalità nonché fervido scrittore presso il blog per fruitori del meretricio Spotted Togliatti. Il contrasto tra l’attorialità studiata e la veridicità di un soggetto «cresciuto tra l’asfalto spappolato di questa città infame e gloriosa», infatti (e al netto delle criticità definite più sopra), da un lato radica nel reale il comizio d’amore che viene forzosamente messo sotto al naso del pubblico, dandone risalto e maggiore incisività e, dall’altro, ne sublima la quotidianità, facendolo trascendere da mera restituzione di fatti ad atto creativo e comunicativo rielaborato, ragionato e recitato sulle macerie post-atomiche di una periferia devastata dalla violenza (questa volta di genere) dell’uomo.

Anche l’ultimo appuntamento della serata, sempre selezionato dallo zampino curioso e sorprendentemente variegato dei Visionari, si propone di incrinare un altro silenzio imposto nel nome del buon funzionamento della società vir feminae lupus, quello sulla gerarchia moderna dei gender roles (silenzio che viene fortunatamente frantumato giorno dopo giorno, lotta dopo lotta). Your Body Is a Battleground (presentato anch’esso alla Biennale Danza 2020 di Venezia), per la coreografia di Adriano Bolognino e l’interpretazione di Rosaria di Maro, «indaga il ruolo delle donne nella società odierna, che impone stereotipi e modelli da seguire. La donna, da sempre simbolo di fertilità e seduzione, è sicuramente la più soggetta alla strumentalizzazione economica, politica, sociale. Ma chi decide cosa deve o non deve fare?».

Sulla scena, l’entusiasmante interprete indossa la deformazione imposta dalla società: sul proprio corpo i volti degli altri, la pelle degli altri, le opinioni degli altri, le loro viscere, i loro umori e, poco a poco, anche le cicatrici di battaglie vinte e perse per l’autodeterminazione del sé. Dare alla luce sé stessi è un atto estremamente doloroso ma necessario sulla strada per l’emancipazione non solo di genere, ma anche culturale, e Bolognino, con la sua ricerca coreografica, fa del gesto un linguaggio dirompente, che taglia, perfora e spezza le strette maglie dell’imposizione, liberando un’energia sbrigliata, esondante una volta liberata dagli asfissianti limiti del conformismo.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Kilowatt Festival
location varie, Sansepolcro (AR)
mercoledì 21 luglio

ore 20:15
Teatro Dante
Untold
una produzione UnterWasser
di e con Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio
musiche Posho
luci Matteo Rubagotti
con il sostegno di Nuovo Teatro delle Commedie, Straligut Teatro, Officine Caos, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Meridiano Zero, Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), Comune di Castiglion Fiorentino
produzione UnterWasser
produzione esecutiva Pilar Ternera / NTC

ore 21:40
Chiostro Santa Chiara
Togliatti Mon Amour
una produzione Carlotta Piraino/Fortezza Est
di Carlotta Piraino
scritto insieme al “Furgonaro”
audio Massimo di Rollo
movimento scenico Lisa Rosamilla
grafiche Beatrice Novelli
video Daniele Casolino, Marco Rizzari
progetto fotografico Pietro Guglielmino
foto di scena Luisa Fabriziani

ore 23:00
Chiostro San Francesco
Your Body Is A Battleground
coreografia Adriano Bolognino
con Rosaria Di Maro
scene Andrea Bolognino
luci Nyko Piscopo
produzione Cornelia