La danza cosmica

Dopo un’edizione 2020 azzoppata dai famigerati eventi sanitari, il Torinodanza Festival 2021 ritorna con forza sulla scena della città, riproponendo alcuni grandi nomi internazionali per riprendere il racconto lì da dove era stato interrotto e rinfoltirlo di riflessioni post-pandemiche, nel tentativo di «leggere e esplorare le tendenze del pensiero contemporaneo». Dopo l’improvvisa cancellazione dello scorso anno, dunque, ecco che torna al Festival Shantala Shivalingappa con il suo aSH, firmato Aurélien Bory.

Nella tradizione coreutica indiana, la Kuchipudi è una delle otto principali danze classiche che getta le proprie radici nel Nātyaśāstra, il Trattato sulle arti drammatiche scritto in sanscrito dal musicologo e scrittore indiano Bharata tra il 200 a.C. e il 200 d.C.. In questa danza, un tempo rappresentata solamente da interpreti maschili e oggi di appannaggio principalmente femminile, è un profondo sentimento religioso ad animare i movimenti del corpo, perennemente teso tra l’umano e il divino, fluido nei movimenti degli arti superiori ed estremamente esigente dal bacino in giù. Al Torinodanza 2021, la presenza di questo dramma performativo si incarna nelle membra di una ballerina di rara potenza che risponde al nome di Shantala Shivalingappa.

Con aSH (la contrazione di “a Shantala”), il visionario regista e architetto acustico francese Aurélien Bory prosegue e conclude la sua trilogia di ritratti di donne iniziata con Questcequetudeviens? prima (2008) e con Plexus poi (2012). In questa sorta di Trimūrti scenica, dunque, è il corpo stesso a generare la pièce, che viene squisitamente incastonata da Bory all’interno di una sperimentazione rappresentativa di indubbio potenziale immaginifico. Così come per le performance precedenti, anche in aSH è la storia personale della protagonista a farla da padrona. Nata a Madras e cresciua a Parigi, Shivalingappa ha votato la propria vita all’apprendimento e alla sublimazione della Kuchipudi, studiando con il pluripremiato maestro Vempati Chinna Satyam (fondatore, tra le altre cose, della Kuchipudi Art Academy) prima di collaborare già dai suoi 13 anni con artisti del calibro di Peter Brook, Pina Bausch e Ushio Amagatsu.

In questa nuova collaborazione, Shantala e Aurélien riescono a mescolare nelle stesse acque il misticismo Hindu e la fisica quantistica, restituendo una performance pregna di simbolismi che si gioca tutta lungo la traiettoria che va dalla πράξης alla ποίησης, dal processo alla produzione. «Dentro Shantala Shivalingappa c’è Shiva, dio della danza. Shiva è un dio della creazione e della distruzione. Signore dei terreni di cremazione, copre il suo corpo di cenere. Shantala Shivalingappa ha costruito la sua danza a immagine di questo dio, la cui vibrazione mantiene il ritmo del mondo». Una tāṇḍava, una danza selvaggia scivaita, apotropaica, dunque, costellata di mudra (gesti codificati portatori di significato) capaci di strabiliare e accompagnata dai ritmi ritualistici di un fenomenale Loïc Schild, presente in scena, ma anche un mare di cenere (ash, appunto) su cui tracciare lunghi segni per cercare, vanamente, di capacitarsi del mondo.

Prostrata davanti a un gigantesco e illusorio velo di Maya, Shantala solca l’anima del tempo come un’asceta alle porte di un grande mistero, disegnando kolam effimeri sul terreno incerto del presente, al crocicchio tra tradizione e innovazione. La scienza di Bory, roboante e sbalorditiva, aggiunge incisività al respiro crepuscolare di una danza cosmica che crea e distrugge a ogni passo (proprio come il teatro nella sua accezione performativa), lasciandosi dietro solo polvere e ricordi. Che sia questo il fine ultimo di un mestiere che, nel momento in cui si compie, scompare?

Lo spettacolo è ancora in scena all’interno del Torinodanza Festival 2021
Fonderie Limone
via Pastrengo 88 – Moncalieri (TO)
giovedì 14 e venerdì 15 ottobre
ore 20:45

Toriodanza Festival 2021 presenta
aSH
creazione di Aurélien Bory
per Shantala Shivalingappa

con Shantala Shivalingappa e Loïc Schild (Percussioni)
ideazione, scenografia e regia Aurélien Bory
coreografia Shantala Shivalingappa
composizione musicale dal vivo Loïc Schild
collaborazione artistica Taïcyr Fadel
creazione luci Arno Veyrat
assistito da Mallory Duhamel
composizione musicale programmata Joan Cambon
decorazioni tecniche di design Pierre Dequivre, Stéphane Chipeaux-Dardé
costumi Manuela Agnesini
con il prezioso aiuto di Nathalie Trouvé
spettacolo programmato in collaborazione con la Francia in scena stagione artistica dell’institut français italia ambasciata di Francia in Italia