Quando l’originalità non è abbastanza

MetContemporanea 2019 si chiude con il Leone d’argento alla Biennale Danza 2018, Marlene Monteiro Freitas

Più che l’ebrezza di Dioniso, in questa sarabanda coreografica sottolineata da musica e rumoristica volutamente cacofoniche, si respira la precisione matematica di Apollo. Marlene Monteiro Freitas, in effetti, dimostra puntigliosità e consapevolezza dei propri mezzi e del linguaggio del corpo in ogni scelta coreografica, costruendo un meccanismo fin troppo preciso sotto la falsa apparenza del baccanale.
Dal punto di vista strettamente tecnico, i colori, i costumi e il trucco, l’uso delle luci e le distorsioni musicali e vocali risultano decisamente graffianti, come l’intero ensemble affiatato e preciso – sia per quanto riguarda i fiati che per quanto concerne gli otto performer, anche se l’eccessiva lunghezza dello spettacolo (135 minuti) provoca, nel finale, qualche sbavatura e una certa ripetitività ormai svuotata di senso. Il brutto, figura estetica ancora poco praticata in arte ma altrettanto importante del bello, pare sublimarsi nel grottesco solo a tratti e, in special modo, quando la musica assume venature pop scardinate da immagini volutamente kitsch. Del resto, la matrice espressionista è sicuramente uno tra gli elementi migliori del ricco bagaglio di Freitas fin dai tempi di Guintche (2010), sottolineata dal trucco pesante, dal dismorfismo, e da un certo gusto grand-guignolesco.
Per il resto non si capisce cosa voglia trasmettere Freitas con questa rilettura di Euripide.
Ben lontani dalla gioiosa danza dionisiaca che si tingerà di frenesia fino alla tragica catarsi, qui i quadri si succedono, a volte corali e a volte come assoli, senza un filo di continuità logico-sequenziale e senza, di conseguenza, ricreare un autentico crescendo che possa sfociare in climax emotivo alfine purificatore (come adombrato nel sottotitolo, più purga che purificazione), ma giovandosi dell’utilizzo (ormai abusato) del crescendo intrinseco al Bolero, per ricreare quell’atmosfera di sfinimento propria del cult di Ravel – e di un’orgia dionisiaca, forse.
Se già Le Baccanti di Euripide sono un testo controverso, in quanto alcuni vi ravvedono un’esaltazione dei valori religiosi e del rispetto dovuto agli dei, mentre altri vi leggono una denuncia contro la cecità della religione e la vendetta compiuta in nome di quegli stessi dei (il che sembrerebbe estremamente contemporaneo); nello spettacolo di Freitas pare quasi che il sesso (tematica centrale nella di lei opera) si riduca a un atto compulsivo nella nostra società svuotata di senso e che, a questo impoverimento del suo valore intrinseco, primordiale, possa supplire solamente il significato/significante della riproduzione (in video sono trasmesse scene di un parto riprese dal vivo dal documentarista Kazuo Hara, in bianco e nero). La donna pare addirittura ridursi alla dicotomia «Fuck me or I’ll fuck you all» o, peggio, sofferenza sofferta v/ sofferenza inferta: si è madri o ci si trasforma in baccanti/menadi che fagociteranno l’altro da sé.

E ancora, la nascita è atto sofferto e frutto di una violenza intrinseca alla natura umana, alla quale si aderirà con entusiasmo crescendo.
Molto apollinea (in senso nietzschiano), quest’orgia di microfoni fallici, sangue finto, rutti, sputi, ventose/seni, danze pseudo-lascive, trance meccaniche, rimandi all’universo gigionesco di Jerry Lewis (l’eccessivamente lunga gag delle macchine da scrivere) che pare proprio negare, nella sua intima natura ed essenza, l’apparente trasporto dionisiaco.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Contemporanea 2019:
Teatro Metastasio

Via B. Cairoli, 59 – Prato
domenica 29 settembre 2019, ore 18.00

Bacchae – Prelude to a purge
coreografia Marlene Monteiro Freitas
con Andreas Merk, Betty Tchomanga, Cookie, Cláudio Silva, Flora Détraz, Gonçalo Marques, Guillaume Gardey de Soos, Johannes Krieger, Lander Patrick, Marlene Monteiro Freitas, Miguel Filipe, Tomás Moital e Yaw Tembe
luci e spazio Yannick Fouassier
suono Tiago Cerqueira
attrezzeria João Francisco Figueira e Luís Miguel Figueira
ricerca Marlene Monteiro Freitas e João Francisco Figueira
produzione P.OR.K (Lisbon, PT) – Bruna Antonelli, Sandra Azevedo
distribuzione Key Performance (Stockholm, SE)
co-produzione TNDMII (Lisbon, PT), Kunstenfestivaldesarts (Brussels, BE), Steirischer Herbst Festival (Graz, AT) & Alkantara (Lisbon, PT)

www.metastasio.it