Il dovere morale dell’arte

In un progetto coraggioso e necessario, Savatteri Produzioni presenta, per la stagione Dialoghi. Un palcoscenico eclettico al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, «uno spettacolo corale per raccontare le storie e i sogni di tanti emigranti di inizio Novecento e una grande tragedia: l’incendio alla Triangle Shirtwaist Company» (ndr).

Lo spaccato storico è quello dell’immigrazione italiana verso gli Stati Uniti di inizio XX secolo di giovanissime donne e giovanissimi uomini che decisero, intrepidamente per l’epoca, di inseguire il sogno di una vita migliore, lasciandosi alle spalle non solo la miseria e la fame devastante, ma anche gli affetti e le proprie radici. Non tutti, infatti, poterono apprezzare il calore della Piccola Italia di Manhattan, sobborgo che sempre più andava abitandosi di calabresi, campani, pugliesi e siciliani; se per alcuni fu un miraggio il sentirsi a casa o quantomeno accolti, per tutti (o quasi) si trattò di spaccarsi la schiena pur di sopravvivere e di lottare contro i pregiudizi che, a torto o a ragione, alcuni compatrioti avevano esportato negli States.

Nella Land of the Free e Home of the Brave, ci fu qualcuno, pardon, qualcuna che sentì di doversi ribellare a quella condizione di minorità, dove la vita in fabbrica era durissima, molto più di quanto ci si potesse aspettare, ma, tra diritti sindacali praticamente inesistenti e l’abuso di forza dei “padroni”, gli scioperi, più che inutili, erano stati dannosi ed era ormai pratica comune quella di chiudere a chiave i lavoratori e le lavoratrici nelle loro stanze per evitare perdite di tempo ed eventuali sottrazioni di materiale.

Insomma, per tanti immigrati, l’America aveva mostrato le sue implacabili contraddizioni: lavoro ed emancipazione sì, ma anche sfruttamento, povertà e discriminazione. In un simile contesto, la disgrazia non poteva che essere dietro l’angolo e, tra le peggiori, si annovera l’incendio della Triangle Shirtwaist Company del 25 marzo del 1911, nel quale, secondo le stime ufficiali, ormai rigorosamente documentate, morirono 146 tra lavoratrici (123) e lavoratori (23) di età compresa tra i 14 e i 43 anni.

In Italia è stata l’attivista licatese Ester Rizzo a ricostruirne la vicenda nel libro Camicette bianche (Navarra Editore) e Marzo Savatteri ne prende spunto per la costruzione della sua protagonista, Clotilde Terranova (un’ispirata Chiara Scalici), sarta conterranea dell’autrice, deceduta nel rogo a soli 22 anni. A farle da contraltare, in una narrazione che il regista agrigentino vuol presentare in forma di intrattenimento (musical), ma senza edulcorarne la drammaticità, troviamo Salvatore Spadaro, ex minatore, caduto nella rete della malavita italoamericana di New York. Loro attorno, da Filomena (una Cristina Mazzaccaro adeguatamente esuberante) alla sorella di Clotilde (la splendida Rosa interpretata da Ilaria Conte) e al pizzaiolo Angelo (Dario Veca), si alternano sofferenza e gioia, solidarietà ed egoismi, virtù e violenze in un oscillare di sonorità che spazia da «brani della tradizione e del cantautorato italiano […] a pezzi cantati dai primi italo americani».

La rappresentazione dell’interminabile viaggio dall’Italia agli Stati Uniti, “combattuto” tra speranze (per la terra promessa) e angosce (per la perduta madrepatria), caratterizza la prima parte del musical, dove si nota un certo dinamismo dettato più da una densità scenica di riempimento che non da variazioni di pause e accelerazioni ritmiche. D’altro canto, la seconda non alza il livello complessivo e procede. forse con eccessiva rapidità e poca enfasi ,sulla questione femminile, dedicando all’episodio specifico del rogo solo pochi momenti finali.

Nonostante l’apprezzabile l’utilizzo scenografico di materiali poveri, il dinamismo coreografico e la proiezione di foto d’epoca, immagini simboliche e lettere originali, la scena risulta per lo più didascalica e poco sfruttata nel suo suggestivo potenziale metaforico, mentre l’intonazione di Toti Maria Geraci e di alcuni brani di canto d’insieme sembrano aver patito una non perfetta gestione tecnica dei volumi. Dispersivo nella narrazione (almeno nella trasfigurazione del tema portante e poetante di genere) e ripetitivo negli arrangiamenti, Camicette bianche provoca comunque emotività e riflessione attraverso la caratterizzazione dei vari personaggi e un incedere “sentimentale” che si dipana attraverso cambi di registro musicale e una drammaturgica che, da canone, si sussegue tra climax-scioglimento e molteplici tableaux vivants.

Infatti, non mancando momenti particolarmente riusciti (il bel pathos di chi canta alla Luna) o trovate d’indegno, in Camicette bianche i protagonisti si succedono sul palco quali rappresentanti di un mondo di rabbiose antitesi in una tumultuosa epoca di radicali trasformazioni economiche, politiche e sociali che si offriva alle ondate migratorie  provocando la lacerante condizione di frustrazione (per le ambizioni deluse) e di impotenza (per il non riuscire a cambiare il proprio destino), condizione ben simboleggiata dal dissidio finale tra una Clotilde sempre più determinata a far valere i propri diritti e un Salvatore ormai rassegnato a una vita da miserabile “picciotto”.

Camicette bianche offre uno sguardo coinvolgente su un periodo cruciale della storia migratoria italo-americana, mettendo in luce le crisi affrontate da chi cercava, allora, mutatis mutandi anche oggi, una nuova vita. L’angusta atmosfera della tragedia irrompe efficacemente in quella ilare del musical e, così facendo, l’allestimento di Savatteri mostra la giusta carica morale per compensare le sbavature di un equilibrio musical-performativo non sempre in “sintonia” con la drammaturgia.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Regina Margherita
Corso Vittorio Emanuele II, 73 Caltanissetta
giovedì 14 marzo, 20:30

Camicette bianche
con Chiara Scalici, Toti Maria Geraci, Cristina Mazzaccaro, Dario Veca
e con Giovanni Strano,Giulia Marciante, Gioele Incandela, Giuseppe Condello, Chiara Sardo, Ivan Calamia, Federica Lo Cascio, Andrea Lo Piccolo, Eleonora Lanzafame, Ilaria Conte, Giulia Tarantino, Gianleo Licata, Giancarlo Latina, Davide Incandela, Giovanni Geraci, Martina Di Caro, Albachiara Borelli, Aurora Catalano, Martina Consiglio, Aurora Principato
drammaturgia, regia, testi e adattamento musicale Marco Savatteri
produzione Savatteri Produzioni
arrangiamenti e direzione vocale Giulia Marciante
coreografie Giovanni Geraci
coreografie Tap Giulia Pino
orchestrazioni Enrico M. R. Fallèa
costumi e accessori Valentina Pollicino
oggetti di scena Sofia Cacciatore
luci e audio ProStudios Vassallo
direzione di produzione Claudia D’Agostino