Traghettare aldilà… e tornare

Una giornata brumosa e dal tempo incerto impedisce la terza replica de I giardinieri della vita realizzata da Freies Tanz Ensemble – Compagnia di danza con base a Berlino ma composta da danzatori di varia provenienza: dal Giappone all’Italia.

La performance avrebbe dovuto svolgersi, come nei giorni precedenti, nei giardini e sulle colline della bella Tenuta Dello Scompiglio. Ma, a causa della pioggia pomeridiana, I giardinieri della vita è stata condensata nella Cappella della villa che, in origine, avrebbe dovuto ospitare solo la parte conclusiva della performance.

Un ambiente intimo, con lastre di vetro colorato che ricoprono il pavimento originale, si trasforma in un palcoscenico quasi elettivo. La voce della cantante, il soprano Rachel Fenlon, fa da filo conduttore al susseguirsi delle azioni. Un frutto, la melagrana, ci accoglie all’ingresso della Cappella nelle mani di una figura che rammenta quella dello psicopompo; e quel frutto che raccoglie i chicchi, che scandiscono i mesi in cui Persefone resta nell’Ade e la Natura “muore”, diventa il simbolo pregnante dell’intera azione performativa.

Corpi avvolti, quasi in un bozzolo primordiale, si animano ascoltando la voce di Fenlon – mentre altri corpi tentano di liberarsi da costrizioni non così evidenti, da forze invisibili che paiono trattenerli o da un sonno eterno dal quale bramano risvegliarsi, per poter assumere quella stazione eretta che tutti abbiamo cercato di raggiungere dopo la nascita.

Il lento fluire dell’energia vitale, la crescita come fiorire e aprirsi all’altro da sé: nuove esperienze ed emozioni che ci ammiccano, sorridono, invitano. Situazioni più complesse – coreograficamente e contenutisticamente – nella Cappella spoglia stentano a rimandare a quel sotto-testo drammaturgico che, purtroppo, avrebbe legato le varie “tappe” di quello che avrebbe, forse, potuto essere uno stationendrama. Privati, sia i danzatori sia noi spettatori, della natura e degli stimoli sensoriali ed emotivi dello spazio esterno, possiamo solo immaginare come collegare i vari punti.

Manca soprattutto la dimensione dell’albero. Le sue radici, che sono anche le nostre, attraverso cui risale la linfa vitale che porta le fronde a ricoprirsi di foglie e poi a fruttificare. La ciclicità dell’albero ci manca per dare un senso alla vita umana – a questi brevi sprazzi di narrazioni individuali che forse, proprio nel tentativo di comunicare, si esplicano e consumano. 

Il racconto, caldo e suggestivo, di Yuko Matsuyama – veniamo a sapere, terminata la performance – avrebbe dovuto essere un dialogo proprio con l’albero: un suo interrogarlo (come nella tradizione shintoista).

Molti sono gli interrogativi che non trovano risposta, almeno apparentemente, cadendo nel vuoto. Ma la morte, che è pur sempre parte della vita, fa sentire la sua presenza, con quel disfacimento del frutto che ci aveva accolto sulla soglia. Un frutto dai cui chicchi forse possono germogliare nuove speranze di vita: quasi che dalla dissoluzione si liberino nuove energie che si effondono intorno a noi. Una miriade di rinascite, di possibilità.

L’amore/gli amori sembrano, alla fine, abbracciare tutti gli elementi della Compagnia per un ultimo canto o un’orazione. Un incontro corale che ci consegna infine alla Cappella – a misura sempre più svuotata di senso e di vita.

E poi resta solo il tempo per il congedo, da parte dell’officiante, tra gli alberi che avrebbero dovuto essere parte integrante della performance, prima di ritornare sui nostri passi alla ricerca di un individuale, o collettivo, perché.

La performance ha avuto luogo:
Tenuta Dello Scompiglio
via di Vorno, 67 – Vorno (Capannori, Lucca)
domenica 4 giugno 2023, ore 17.30

Alessio Trevisani – Freies Tanz Ensemble (Berlino/Lipsia) presentano:
I giardinieri della vita
il fluire dell’essere e l’impermanenza della nascita e della morte
idea e coreografia  Alessio Trevisani
danza e movimenti di e con Giada Palmisano, Yuri Fortini, Yuko Matsuyama, Matteo Magnabosco, Alessio Trevisani e Artur Gaspar
voce e musica Rachel Fenlon (soprano)
realizzazione ceste a cura di  Intrecciati – gruppo di cestai e cestaie

Nella foto Freies Tanz Ensemble in I giardinieri della vita, all’interno della Tenuta dello Scompiglio di Vorno