Sciarroni Monumentale

Alessandro Sciarroni è un artista italiano attivo nell’ambito delle Performing Arts con alle spalle diversi anni di formazione nel campo delle arti visive e di ricerca teatrale. I suoi lavori vengono presentati in tutto il mondo. Tra i vari riconoscimenti gli viene assegnato nel 2019 il Leone d’Oro alla carriera per la Danza. Porta a Napoli il suo lavoro sulla polka chinata, un ballo quasi estinto.

Napoli, sala del capitolo del complesso monumentale di San Domenico Maggiore. Un luogo nascosto, come tanti in questa città prevalentemente negata, meraviglioso. Un enorme tappeto bianco sintetico, a rombo, fa da suolo allo spazio scenico. Niente altro, nessun oggetto, nessun simbolo grafico o materico; la luce, è quella del salone, naturale, fredda. Gli spettatori disposti in parallelo alla scena, dirimpetto. Non nascosti dal buio, come di consueto, si osservano, si evitano, si avvertono.

Due soli danzatori, eleganti in tinte accese, uomini, fedelmente alla tradizione del ballo tradotto da una danza popolare degli inizi del Novecento – la polka chinata – scovata da Sciarroni nel 2018 quando erano solo in cinque in tutta Italia a ballarla. La ricerca teatrale a far riaffiorare manifestazioni culturali, di interazione originarie, per fare del corpo non solo uno strumento di utilizzazione, di trasporto, per fare del corpo un mezzo di linguaggio altro, sociale, una grammatica silente, un fine di contatto, di ricreazione. E trasmettere, trasmutare entusiasmo, leggerezza seppur nel rigore estremo e nella conseguente fatica. La fatica della precisione netta dei movimenti, dell’impiego atletico delle fisicità, nel non difettare nella ripetizione ossessiva dei movimenti, per trenta minuti consecutivamente (la polka, sfinisce i danzatori già dopo due minuti di esecuzione). E mentre si ripete la stessa sequenza di passi e acrobazie, ritmo e movenze, la mimica fra i due muta, da ordinaria (espressiva dell’attenzione impiegata nella prova) a confidenziale, complice, affettiva. E attorno, si rivive la sensazionale ebbrezza dell’osservato, l’insostenibile leggerezza di un’emozione riaffiorata e reciproca.

Gli spettatori notano sorrisi vicendevoli, si uniscono, nella compartecipazione di una comprensione emotiva comune, unanime. Confida Sciarroni in una intervista l’intenzione di suscitare moti emozionali gioviali, anzi, di averlo scoperto sperimentando pubblicamente la danza. E sorprende, come, nella pura ripetizione gestuale, si vivificano dentro e fuori la coscienza percettiva degli spettanti, un prisma di percezioni differenti, di spunti simbolici, di significanti, di possibili significati. Sorprende il diverso approccio sensitivo della danza musicata, nell’ultimo ballo, mentre precedentemente in silenzio si muovevano i danzatori. A giocare con il percepito, con l’attività dell’ascolto.

Una ricerca per mezzo del movimento imitativo delle azioni naturali ed evocarle e diffonderle nell’infinito del luogo teatrale. Essere allo stesso tempo presenti e altrove.
Estremamente emozionante.

Lo spettacolo è andato in scena:
Complesso Monumentale San Domenico Maggiore
Vico San Domenico Maggiore, 18 Napoli
il 12 ottobre 2023

Save the last dance for me
di Alessandro Sciarroni
con Gianmaria Borzillo, Giovanfrancesco Giannini
collaborazione artistica Giancarlo Stagni
musica Aurora Bauzà, Pere Jou (Telemann Rec.)
abiti Ettore Lombardi
direzione tecnica Valeria Foti
promozione, consiglio, sviluppo Lisa Gilardino
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava
comunicazione Damien Modolo
produzione corpoceleste_C.C.00#, MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante Interesse Culturale
coproduzione Santarcangelo Festival, B.Motion, Festival Danza Urbana