La storia, il genio, le umane miserie

La splendida Casina di Raffaello fa da quinta scenica per uno spettacolo dove i grandi eventi della storia, l’immortalità dell’arte e i sentimenti si sfidano a un’infinita partita a scacchi, ma non ci sono né vincitori né vinti.

Sono innumerevoli le sorprese che la città di Roma riesce a schiudere, soprattutto durante il periodo estivo, complice la proposta culturale fatta di arene cinematografiche, concerti e spettacoli teatrali che animano le centinaia di angoli di storia della città eterna. Uno di questi angoli è la prestigiosa Casina del Curato o di Raffaello, piccolo quanto affascinante edificio rinascimentale sui Monti Parioli che accoglie da diverso tempo il prestigioso Circolo della Pipa. Dal 2020, anno del cinquecentenario raffaellesco, il Circolo ha avviato il Festival Raffaello per Roma, che quest’anno ha per sottotitolo Ritratti d’autore: si tratta di un ciclo di appuntamenti teatrali dedicati ad alcuni grandi personaggi della storia e della cultura di ogni epoca, spaziando da Kafka a Pirandello, da Frida Kahlo a Pasolini, fino ad arrivare ai due protagonisti dell’opera Sotto scacco. Canova vs Napoleone. Si tratta di un omaggio per il bicentenario della morte del grande scultore neoclassico, che ritrasse l’Imperatore di Francia in diverse occasioni – pensiamo al busto Napoleone come primo console del 1802, ma soprattutto al Napoleone come Marte pacificatore, oggi a Londra, che immortala il grande generale in una posa da divinità pagana. Un’opera a cui allude il testo di Sotto scacco, perché se da un lato è la chiara espressione dell’esaltazione e della vanità di Napoleone, dall’altro proprio il parossismo visivo e la sua tracotanza testimoniano di un rapporto, quello tra Napoleone e l’artista, che non è mai stato di pacifica conciliazione.

Camillo Marcello Ciorciaro è un Antonio Canova sensibile, sospinto da un profondo orgoglio nazionale e allo stesso tempo impacciato al cospetto della meravigliosa Giuseppina di Beauharnais, la “Bella Creola” interpretata da Letizia Letza. L’incontro affettivo tra questi due personaggi riesce a stabilire una sorta di sincronizzazione delle anime: due destini così lontani, ma allo stesso tempo messi in comunicazione da una sorte simile, quella di essere ostaggi dell’ambizione smisurata e dell’ego spropositato del primo console – e poi imperatore – Napoleone Bonaparte. L’esuberanza di Giuseppina e il talento di Canova non bastano per emanciparsi dal Grande Corso, tuttavia quest’ultimo, interpretato da Lorenzo Grilli, riesce a dimostrare soprattutto verso il finale una venatura molto più umana di quanto si possa pensare. Tre vite che la storia ha messo in relazione, tre vicende così diverse ma che si ritrovano a specchiarsi una nell’altra in una sorte di prisma che è manifestazione dell’animo umano, tra speranze, debolezze, passioni e rimpianti. Il testo di Riccardo Bàrbera e Barbare Chiesa ammaestra sagacemente le due componenti essenziali di ogni racconto ispirato alle grandi personalità, la realtà storica e la trasfigurazione narrativa. A partire da elementi che appartengono alla cronaca documentata, come lo stesso rapporto teso e ambiguo, di ammirazione ma anche di sfida reciproca, stabilito tra Napoleone e Canova – compresi una leggendaria partita a scacchi restata in sospeso e uno scambio epistolare – gli autori sono stati in grado di tessere un intreccio appassionante, prendendosi delle libertà immaginifiche senza però sacrificare la coerenza complessiva del racconto.

Ciò che emerge, complice lo splendido assetto scenografico dell’ambiente – grazie al quale la Casina di Raffaello diviene la tenuta parigina del giovane console – caratterizzato da alcune repliche di busti e capolavori dello scultore di Possagno, è uno spaccato dell’animo umano oltre che della storia ottocentesca: grazie a un dialogo serrato nel finale fatto di botte e risposte in lettera, una sorta di replica di una partita a scacchi giocata a distanza, si capisce bene come la subordinazione del genio artistico riesca ad avere un qualche riscatto, divenendo uno dei maggiori responsabili del recupero delle opere d’arte di cui Napoleone aveva fatto incetta durante le campagne italiane. I grandi destini che scrivono le sorti dell’umanità alle prese coi sentimenti autentici, ma anche una spolverata di ironia che attribuisce al giogo del destino della storia una tenerezza inaspettata: il cortile del Circolo della Pipa accoglie amorevolmente questo turbinio di emozioni, delle quali la bravura degli attori riesce a tenere le briglie. Perché se la storia è costruita dalle gesta dei grandi condottieri e dai capolavori della grande e immortale arte, le umane miserie e le debolezze di ciascuno di noi si riflettono in essa a ogni istante.

Lo spettacolo è andato in scena
Circolo della Pipa
Casina del Curato o di Raffaello
Via Francesco Jacovacci 25 – Roma
5,6,7,12,13,14,19,20,21 luglio
ore 21.15

Raffaello per Roma ’22. Ritratti d’autore presenta
Sotto scacco. Canova vs Napoleone
di Riccardo Bàrbera e Barbara Chiesa
regia Barbara Chiesa
con Camillo Marcello Ciorciaro, Lorenzo Grilli e Letizia Letza