From Paris, with love

Tra rumorosi spettatori in attesa, kermesse delle più importanti personalità locali e trepidante attesa degli astanti, ha inizio la stagione del teatro genovese Carlo Felice e Persinsala è carica per seguirla sin dall’inizio. Anche quest’anno, dopo il successo della stagione 2017/2018, il primo spettacolo è un musical: An American in Paris!

Si apre il sipario e Genova è subito la Parigi anni Cinquanta post bellica, caratterizzata dalla fiducia in un futuro migliore e con le maniche rimboccate per ricostruire un paese. Ed è qui che i sogni, perduti nell’orrore della guerra, riaffiorano e si imprimono nell’anima e nel cuore di quattro personaggi: il pianista Adam Cook, il cantante Henri Baurel, il pittore Jerry Mulligan e la ballerina Lise Dassin.
La trama di An American in Paris è ben nota, grazie soprattutto al famoso omonimo film del 1951 diretto da Vincente Minnelli con Gene Kelly, Leslie Caron, Oscar Levant e Georges Guétary e il musical non aggiunge nulla alla trama se non la maestosa e grandiosa teatralità.
Uno spettacolo, quello di Genova, davvero incredibile, un unicum a oggi (è stata la prima messinscena in Italia) per precisione musicale e perfezione registica e scenografica.
L’intricato nodo d’amore che lega i quattro protagonisti a cui si aggiunge la figura di Milo, una ricca donna amante dell’arte, ha trovato – grazie all’impegno del cast e alla guida del regista Federico Bellone – un perfetto snodo rappresentativo.
Scenografia semplice e intuitiva con pochi oggetti in scena: un pianoforte onnipresente (indicazione dell’origine del musical, l’omonimo poema sinfonico di George Gershwin del 1928, da cui la Metro-Goldwyn-Mayer trasse ispirazione per il film) suonato da Adam, un’ampia cornice sullo sfondo, anch’essa presente sino alla penultima scena, nella quale scorrono i più noti dipinti dei famosi impressionisti e di pittori francesi novecenteschi.
Altri pochi oggetti, ma altrettanto significativi (una panchina ed un lampione per il parco, luogo di incontro per gli innamorati, dei cavalletti per poggiare le tele del pittore, dei microfoni per cantare) e scene nel complesso semplici, raramente corali tranne che in alcuni casi, il tutto in un magnifico arcobaleno di colori e movimento.
Da sottolineare in particolare la scena dell’Atto II nel quale Henri, durante la propria esibizione, si sente proiettato come in un sogno al Radio City Music Hall di New York e qui l’atmosfera immerge gli spettatori: ballerine in lungo e piume, danzatori in frac, quasi che fossero Fred Astaire e Ginger Rogers. Una scena colossal, con un enorme scala che arriva sino al soffitto, luci e cilindri che si spostano a ritmo di musica, toni che hanno trasportato gli spettatori dalla platea genovese a una Hollywood degli anni ’30. E, infine, un ampio telo su cui i tre colori blu, bianco, rosso ricordano non solo l’ambientazione, ma gli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza nuovamente vive nel senso comune post bellico e nei legami narrativi portati sul palco.
Semplicità e precisione, le parole chiave con cui descrivere la complessiva messinscena; caratteri ben delineati e interpreti potenti per presenza scenica, capacità canore e di ballo a partire dai grandi protagonisti (Giuseppe Verzicco, Marta Melchiorre, Simone Leonardi, Tiziano Edini) e ai coprotagonisti, in particolare Alice Mistroni, la Milo Roberts che ha incantato per grandi capacità interpretative.
Un grandioso ensemble, costumi perfetti ed eleganti e perfetta conduzione da parte del Maestro Daniel Smith che nonostante il suo repertorio tradizionale, ha saputo perfettamente coordinare una musicalità contemporanea.

«Some day he’ll come along, the man I love and he’ll be big and strong, the man I love and when he comes my way I’ll do my best to make him stay»
An American in Paris, The Man I Love, atto I

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Carlo Felice,

passo Eugenio Montale 4, Genova
venerdì 12, sabato 13 e sabato 20 ore 20.30
sabato 13, domenica 14 e domenica 21 ore 15.30

An American in Paris
musical in due atti
musica e parole di George Gershwin e Ira Gershwin
libretto di Craig Lucas
traduzione e adattamento dei dialoghi Alice Mistroni e Claudio Zanelli
direttore d’orchestra, Daniel Smith
regia e scene, Federico Bellone
coreografie e regista collaboratore, Fabrizio Angelini
Con
Giuseppe Verzicco – Jerry Mulligan
Marta Melchiorre – Lise Dassin
Simone Leonardi – Henri Baurel
Tiziano Edini – Adam Cook
Alice Mistroni – Milo Roberts
Mimmo Chianese – Monsier Baurel
Marco D’Alberti – Mr. Z
Annamaria Schiattarella – Olga
Donatella Pandimiglio – Madame Baurel
esemble Alex Botta, Federico Colonnelli, Francesco Consiglio, Giorgia Ferrara, Ivana Mannone, Federica Nicolò, Simone Nocerino, Giulia Patti, Daniela Ribezzo, Monica Ruggeri, Riccardo Sinisi, Matteo Tugnoli
costumi, Chiara Donato
luci, Valerio, Tiberi
suono, Armando Vertullo
Nuovo allestimento in coproduzione
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice, Teatro Carlo Felice – WEC World Entertainment Company
Durata circa 135 minuti