Brahms, passione allo stato puro

Secondo appuntamento al Teatro degli Arcimboldi con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e la grande musica romantica – rappresentata per l’occasione da Johannes Brahms.

Con un programma – se possibile – ancora più ghiotto della prima serata, I pomeriggi Musicali hanno offerto al pubblico un altro concentrato di bellezza ed emozioni. Protagonista: Brahms, figura di spicco dell’Ottocento tedesco, amico intimo di Robert e (soprattutto) Clara Schumann, pianista e compositore che ha saputo trasformare e rinnovare l’idea romantica. Con lui le sonorità, che si fanno più corpose – a tratti massicce – la ricchezza dei temi – molto spesso di provenienza popolare: si pensi ad esempio ai walzer o alle celeberrime Danze Ungheresi – e la forza travolgente – a volte totalmente sensuale – raggiungono vertici che non hanno precedenti nella storia della musica. E gli ascolti proposti al pubblico non fanno che sottolineare proprio questo aspetto.

Si comincia con il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 83: cinquanta minuti di inarrivabile perfezione. Tutto ciò che un solista può desiderare in un concerto, qui lo può trovare. Diviso in quattro tempi, nell’ Allegro non troppo sono esposte ed elaborate melodie di grande carica emotiva che dopo un incipit calmo, dal grande respiro, si sviluppa anche ritmicamente con un secondo tema grondante passione. Stesso piglio pervade il secondo movimento – Allegro appassionato, appunto – in cui il pianoforte è in costante dialogo con l’orchestra in un vortice dove, spesso e volentieri, si fondono l’uno nell’altra. A placare gli animi segue un serafico Andante – Più adagio, in cui spicca il belcanto del violoncello di Simone Scotto. Conclusione, che lascia il sapore dell’happy ending, con l’Allegretto grazioso, una sorta di rondò a tratti frivolo che però determina un’ottima risoluzione dell’opera.

A destreggiarsi al pianoforte Francesco Piemontesi – svizzero, classe 1983 – che arriva sul palco con la giusta sicurezza per affrontare una prova che ha dell’impresa. Del resto, con una carriera ben avviata come la sua, Piemontesi è giustamente conscio della propria infallibilità. Eppure, non sempre chi ascolta ne è persuaso totalmente: a lasciare un po’ disorientati sono alcune scelte esecutive, a partire dal suono che non sempre è quello giusto, soprattutto nel primo e nel quarto tempo: a tratti troppo aggressivo, troppo veloce l’attacco del tasto che può creare un brutto contrasto con le timbriche sempre piene e rotonde dell’orchestra. Probabilmente una gestualità più contenuta avrebbe dato a Piemontesi maggiore stabilità. In ogni caso, l’idea musicale è complessivamente buona e molte intuizioni interpretative si rivelano vincenti.

La serata prosegue con la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98, ultima tra le produzioni sinfoniche brahmsiane. Composta nel 1885, seppur divisa in quattro tempi, risulta compatta nei temi e negli sviluppi. L’Orchestra dei Pomeriggi Musicali convince fin dall’inizio sotto la direzione di Antonello Manacorda: buono il dialogo tra le varie sezioni, curati tutti i particolari che rendono questa composizione difficile da eseguire. Tutta la maestosità emerge grazie al fraseggio e alla scelta giusta dei metronomi e ogni strumento può così esibire con agio tutte le proprie qualità seduttive. Sì, perchè ascoltando la musica di Brahms – se ben eseguita – l’immagine che rimane – più della malinconia, più del dolce rimpianto – è proprio questa: passione allo stato puro.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro degli Arcimboldi
viale Dell’Innovazione, 20 – Milano
sabato 11 giugno, ore 21

Del romanticismo nordico:
Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 83
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
di Johannes Brahms
direttore Antonello Manacorda
pianoforte Francesco Piemontesi
Orchestra I Pomeriggi Musicali