Wo-Man Ray

Recensione Man Ray. Ad aprire le danze per la rassegna coreutica del Teatro Astra “Palcoscenico Danza 2022”, per la direzione artistica di Paolo Mohovich, è la compagnia valenciana Taiat Dansa, con uno spettacolo incentrato sul fotografo surrealista Emmanuel Radnitzky, in arte Man Ray.

«Non fotografo la natura. Fotografo le mie visioni». Così sosteneva il profeta dell’avanguardia, il maestro della fotografia sperimentale, ma anche il regista, il poeta, il saggista, il filosofo e il leader del modernismo nordamericano Man Ray. Nato nel 1890 da una famiglia di immigrati russi di origine ebraica, Emmanuel visse la prima parte della sua vita negli Stati Uniti, dove ebbe a conoscere il padre del dadaismo, Marcel Duchamp, prima di trasferirsi a Parigi negli anni ’20 e confermarsi così come uno degli artisti surrealisti di punta di quel periodo. Rientrato poi a Hollywood per sfuggire alla Seconda Guerra Mondiale, Radnitzky si concentrò sulla fotografia di moda, ridefinendone per sempre canoni e stilemi e, una volta conclusosi il conflitto globale, si stabilì nuovamente a Parigi dove continuò a creare dipinti, sculture, film e fotografie fino alla sua morte, nel 1976.

Ricordato principalmente per la rivoluzione che apportò al mondo dell’arte, Man Ray celava però tutto un sottobosco di sessismo e seduttiva misoginia notoriamente tipici dei suoi tempi, epoche in cui l’oggettivazione del corpo femminile e la sottomissione della donna erano all’ordine del giorno. Partendo da questo storico dato di fatto, la compagnia valenciana Taiat Dansa nello spettacolo Man Ray «indaga la relazione feticista tra il fotografo e le sue muse, analizzando attraverso di essa la più generale relazione tra gli artisti uomini e le loro modelle femminili, fonte di ispirazione e oggetto di desiderio. Relazioni estreme, che gli artisti della corrente surrealista hanno raccontato attraverso la manipolazione dell’immagine del corpo della donna e della sua sessualità». Amplificando, tramite l’inclusione di ben sette danzatori, la/le personalità dell’artista nordamericano, le coreografe Meritxell Barberá e Inma García (che firmano anche la regia) mirano a rendere il più manifesta possibile «una struttura della società dettata dagli uomini. Per le sue regole. Per i suoi meccanismi. Per i suoi occhi fotografici».

Al netto di una scenografia esteticamente avvincente (Luis Crespo) e di musiche incalzanti (Caldo), Man Ray si limita a mettere in scena una danza spettacolare -ma mai catartica- per «denunciare il rapporto feticista e dominante degli artisti maschi sulla figura della donna», restituendo così un turbinio di maschilità a tratti perfino confusionario, in cui l’unica interprete femminile, qui vincolata al ruolo di vittima sacrificale da possedere, scomporre e reificare, non trova mai un punto di sfogo né una liberazione emancipatoria. Se è vero che le muse passano sempre alla storia attraverso la porta più piccola e anonima possibile, è altrettanto vero che uno spettacolo di “denuncia” potrebbe (dovrebbe?) permettersi di scardinare questa narrazione androcentrica, magari riappropriandosi del ruolo creativo delle “donne di Man Ray” (Adon Lacroix, poetessa, Kiki de Montparnasse, cantante, Adrienne Fidelin, danzatrice e modella, Meret Oppenheim, artista, Bridget Bate Tichenor, pittrice, Lee Miller, fotografa e Juliet Browner, danzatrice e modella) che qui, nei sessanta minuti di pièce, appaiono sempre e soltanto in funzione dell’Artista.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Astra
via Rosolino Pilo 6 – Torino
martedì 22 febbraio 2022
ore 21:00

Fondazione TPE presenta
Man Ray
di Taiat Dansa

ideazione e direzione Meritxell Barberá e Inma García
coreografia Meritxell Barberá e Inma García
in collaborazione con i danzatori Valentina Staltari, Vicente Sales, Daniel Rodríguez, Adrián Ros, Joel Mesa, Carlos Roncero, Mauricio Pérez, Théo Vanpoperinghe
maitre José Belda
consulente artistico Roberto Fratini
composizione musicale e sonora Caldo (David Barberá)
costumi Estudio Savage
ideazione e creazione scenografia Luis Crespo
adattamento spazio scenico David Orrico
produzione video David Novella
produzione Andrés Tamarit e Sara Bacigalupe
disegno luci Ramón Jiménez
responsabile tecnico David Orrico
videomapping Sergi Palau
produzione e relazioni esterne Marta Fernandéz

coproduzione Festival Grec de barcelona 2017, Institut Valencià de cultura, Ballet de la Generalitat, Sagunt a Escena 2017 e Inaem