Ritratti d’Autore

In occasione della terza edizione del Ginesio Fest, che si svolge tra le strade del centro marchigiano di San Ginesio, in provincia di Macerata, abbiamo raggiunto telefonicamente uno dei protagonisti di questo Festival, Michele Di Mauro, che omaggerà l’attore Vitaliano Trevisan, scomparso prematuramente lo scorso 7 gennaio.

Michele come descriverebbe San Ginesio, questo straordinario luogo, che ospita il Ginesio Fest per la terza volta?
Michele Di Mauro: «San Ginesio è un luogo toccato dal terremoto nel 2016, che ancora sta cercando di risollevarsi, come sempre avviene quando accadono queste sciagure. Il borgo medievale è molto bello, immerso nelle colline del Picenato, e quindi addirittura fresco, poi c’è un fermento forte della gente, che si vive e fa succedere cose, come questo spettacolo su Vitaliano Trevisan».

A proposito di Concerto per Vitaliano Trevisan come nasce lo spettacolo?
M.D.M.: «Concerto per Vitaliano Trevisan nasce dalla proposta del Direttore artistico Leonardo Lidi, produttore anche dello spettacolo, che vuole omaggiare Vitaliano con due suoi testi Oscillazioni e Solo Rh. Abbiamo preso in prestito il brutto evento della sua morte per far conoscere al pubblico, del teatro e della letteratura, questo uomo dalle mille sfaccettature. Vitaliano non era semplicemente un drammaturgo, era un romanziere, un saggista, un traduttore, un poeta, oltre ad essere persino un bravo attore».

Ha avuto modo di conoscere Trevisan di persona in questi anni?
M.D.M.: «Sì, ci siamo incrociati varie volte a Torino insieme a Valter Malosti, regista e Direttore dell’ERT, loro erano molto amici hanno collaborato varie volte insieme; ci siamo incontrati poi allo stadio di Torino, dove lui ha fatto una presentazione dell’Arlecchino di Valerio Binasco, per cui ha seguito qualche prova e poi l’ho rivisto all’Argentina a Roma, dove faceva una rilettura di Goldoni insieme a Battiston e a Citran. Ho un ricordo ben presente di lui, della sua faccia e di tutto ciò che conteneva».

Cosa spinge secondo lei, un uomo così ricco di doti comunicative e di successo ad essere “regista” anche del proprio finale?
M.D.M.: «Quando si arriva a compiere un gesto così, sicuramente, alla base c’è un’esistenza complicata, però non mi sento di ipotizzare una tesi. Del resto in tutti i suoi testi ci sono tracce di un suo incontro-scontro violento con la vita, che deve fare i conti col fatto che ci sono gli altri e questi possono essere meraviglia o abissi. Poi arriva la depressione, che è una pessima compagna di viaggio. E se dietro tutto ciò ci fosse un motivo stucchevole? Chissà. Indubbiamente a me interessa ciò che ha voluto dirmi Vitaliano di quel che vedeva, il suo selezionare le cose e il modo di dirle, questo mi prende molto».

Lo stesso festival lo scorso anno le ha assegnato il Premio San Ginesio “All’arte dell’attore”. Che sensazioni ha provato quando ha ricevuto questo premio?
M.D.M.: «Ricevere un premio è sempre una cosa bella, soprattutto se dietro c’è una giuria all’altezza ed è questo il caso. Quel premio, inoltre, ha portato a questa occasione, per cui sono doppiamente felice».

Teatro, cinema e televisione sono queste le realtà in cui si muove da anni. Quali differenze vive nel calcare il palcoscenico da una parte e nell’essere dietro e/o di fronte alla cinepresa dall’altra?
M.D.M.: «Sì, diciamo che mi divido tra lavoro live e lavoro registrato e indubbiamente le differenze sono grandi. Il teatro, frequentandolo da sempre, lo conosco molto bene, seppur rischia di diventare un terreno in cui essere sorpreso è più complicato, di cinema ne vorrei fare di più e a buoni livelli. Conoscendolo meno, l’aspetto che mi affascina maggiormente è l’incontro con più persone, da cui poter attingere attraverso i tanti racconti».

A proposito di televisione ci può anticipare qualcosa sulla prossima stagione de I delitti del BarLume?
M.D.M.: «Con I delitti siamo giunti alla decima stagione e ho appena finito di girare tre nuovi episodi, che dovrebbero andare in onda a gennaio 2023. Il mio Gianluigi Maria Tassone è un personaggio talmente sopra le righe, che talvolta alcune mosse si possono prevedere. Sappiamo che è arrivato a essere Ministro dell’Interno alla fine di un percorso abominevole: da Commissario straordinario è divenuto poi Questore, in seguito Capo della Polizia e dunque poi Ministro, tutto degno della nostra realtà, per questo dico abominevole. Sulle trame però non posso anticipare nulla».

Al cinema sarà il protagonista del film Non morirò di fame, su questo lavoro può raccontare qualche aneddoto?
M.D.M.: «Sono molto curioso di questo lavoro, che uscirà a ottobre e di cui non ho visto ancora nulla. Il film, girato a Torino, è una coproduzione italo-canadese, low budget, con una tematica di fondo molto intrigante poiché è basata sullo spreco alimentare. Il regista Umberto Spinazzola tra l’altro è anche il regista di Masterchef Italia, per cui c’è questo anello molto intrigante incentrato sul cibo. Una cosa è certa, il coprotagonista è Jerzy Stuhr, quindi un segno di garanzia. La storia ha per protagonista uno ex chef stellato, che fugge perché ha fatto qualcosa di illecito e quando dopo tre anni ritorna, ad attenderlo ci sarà anche una situazione familiare molto complicata».

A novembre invece tornerà a teatro con uno spettacolo che debutterà a Bologna. Cosa ci dice di più?
M.D.M.: «Si tratta di Calderón di Pier Paolo Pasolini con la regia di Fabio Condemi, che debutterà i primi di novembre all’Arena del Sole. Io interpreto Basilio e sono molto contento, ma non so nulla di più, dobbiamo ancora provare. Per ora mi concentro su questo omaggio per Vitaliano».

Crede che Concerto per Vitaliano Trevisan verrà proposto anche altrove?
M.D.M.: «Non lo penso, ma me lo auguro, non dico lo spero, perché la speranza non mi interessa molto. Lo capiremo anche dopo averlo visto e fatto».

Lo spettacolo andrà in scena:
Ginesio Fest 2022
Il 22 agosto ore 21.00

Concerto per Vitaliano Trevisan – Oscillazioni e Solo Rh
di Leonardo Lidi
regia Michele Di Mauro
con Michele Di Mauro
musica Franco Visioli