Una nuova apertura

Nonostante la poca tregua che il virus ha concesso anche alla cultura, il teatro genovese ha inaugurato la sua stagione 2021/2022 con una sorpresa: il dittico composto da Sull’essere angeli di Francesco Filidei e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Qualcosa però non convince.

Sicuramente un’idea nuova, l’originale dittico che vorrebbe unire estetiche, arti e generi come musica assoluta, balletto, teatro e cinema. Per comprendere però cosa effettivamente il pubblico abbia visto, occorre muoversi con ordine.

Il balletto Sull’essere angeli è una nuova produzione del Teatro Carlo Felice per la regia, la coreografia, le scene, i costumi e le luci di Virgilio Sieni su musica di Francesco Filidei, eseguita con la direzione musicale di Andriy Yurkevych, con flauto solista Mario Caroli e infine ballerina Claudia Catarzi.

Sarà il tipo di pubblico, sarà forse il contesto pandemico, sarà che la novità a volte spaventa, ma la prima parte della serata viene accolta con un tiepido applauso. Certamente si tratta di sperimentalismo, di un’opera figlia – se non nipote – dell’avanguardia ma rispetto alle aspettative non tutto è all’altezza. A convincere non sono assolutamente gli interpreti del palcoscenico: Caroli e la Catarzi creano un equilibrato connubio, il flauto non è solo sottofondo per la danza ma ne è lo scheletro; allo stesso modo la melodia di Filidei vive per grazia della sua più diretta espressività. Sicuramente l’idea è quella di esprimere forti passioni e percezioni, ma nel complesso non sembra aver raggiunto l’obiettivo. Forse non siamo ancora pronti ?

Storia tutta diversa per la nuova produzione di Pagliacci, la cui regia, scene e luci portano la firma di Christian Taraborrelli che ben coordina il cast vocale con Fabio Sartori nella parte di Canio e Serena Gamberoni nelle parte di Nedda,  Sebastian Catana (Tonio), Michele Patti (Silvio) e Matteo Falcier (Peppe), quest’ultimo, allievo dell’Accademia del Teatro Carlo Felice.

Qui l’innovazione è invece di casa ed è (speriamo) apri fila per una nuova e sempre migliorabile modalità di fare teatro e opera sebbene adattato per la visione in streaming. L’intera messinscena convive con i video di Luca Attilii, strumento che fonde realtà e finzione teatrale e che a sua volta incontra il reale grazie all’utilizzo di green screen e AR iin messinscena realizzata in collaborazione tra Teatro Carlo Felice, Rai Cultura e Rai 5.

In questa situazione sopravvivono varie situazioni: la realtà fisica di cantanti che interagiscono tra loro e con il palcoscenico stesso, quella aumentata con la presenza di Serena Gamberoni che canta appoggiata a un pozzo a sua volta visibile su un maxi schermo a led che sovrasta il palco. Sul maxi schermo Nedda è in un bosco grazie a telecamere e green screen che proiettano il video degli esterni. Risultato: il pubblico in teatro vede la messinscena di uno strumento sicuramente invasivo. Si passa quindi alla terza realtà, quella dello streaming, della visione a casa o al cinema dove l’opera risulta quasi un film. Per quanto riguarda l’interpretazione e la musica, impeccabili. Le voci e l’interpretazione di Sartori e Gamberoni sono eccellenti sia per canto sia per interpretazione. Gamberoni è una donna forte, determinata che deve scontrarsi con un micro universo del tutto avverso e oppressivo e riesce a evidenziare il contrasto fin dal primo atto con Qual fiamma avea nel guardo. Sartori è un ottimo Canio per voce e rappresentazione, mantiene un livello interpretativo molto alto come dimostra nel canto dell’aria Vesti la giubba.

Forte anche la simbologia: sullo schermo alle spalle degli interpreti e sugli oggetti vengono proiettati i pensieri dei personaggi creando anche un clima quasi onirico e molto introspettivo per gli stessi protagonisti. Questo nuovo modo di fare teatro piace, è sicuramente un esempio di fusione tra arte performativa, letteratura e interpretazione teatrale, messa in musica e interpretazione. È l’antico che viene reinterpretato e rivisto nei canoni di un’arte in costante evoluzione. La regia che orchestra tutto alla perfezione è quella di Cristian Taraborrelli, i costumi meravigliosi di Angela Buscemi creano la giusta atmosfera grazie ai colori e alle contrapposizioni (nell’ultima scena Nedda è vestita di bianco mentre il suo assassino di nero), mentre le musiche di Leoncavallo sono interpretate e condotte con eleganza ed equilibrio dal Maestro Andriy Yurkevych

Insomma, sicuramente questi Pagliacci non li scorderemo presto.

« Recitar! Mentre preso dal delirio | non so più quel che dico e quel che faccio!  Sei tu forse un uom? Ah! ah! ah! | Tu se’ Pagliaccio! | Vesti la giubba e la faccia infarina. | La gente paga e rider vuole qua. Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto | in una smorfia il singhiozzo e ‘l dolor!»
Pagliacci, Atto II scena 4

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Carlo Felice
,
passo Eugenio Montale 4, Genova
venerdì 8 e venerdì 15 ottobre ore 20.00
domenica 10, sabato 16 e domenica 17 ottobre ore 15.00

Sull’essere angeli
di Francesco Filidei

(prima assoluta della nuova versione)
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice
Maestro concertatore e direttore, Andriy Yurkevych
Regia, coreografia, scene, costumi e luci, Virgilio Sieni
Flauto, Mario Caroli
Ballerina, Claudia Catarzi

Pagliacci
di Ruggero Leoncavallo
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice
in collaborazione con Rai Cultura
Maestro concertatore e direttore, Andriy Yurkevych
Regia, scene e luci, Cristian Taraborrelli
Costumi, Angela Buscemi
Videoproiezioni, Luca Attilii
Assistente alla regia, Daniel Kosttás
Assistente alle scene, Allegra Bernacchioni
Assistente ai costumi, Cristina Da Rold

Personaggi e interpreti
Fabio Sartori, Canio
Serena Gamberoni, Nedda 
Sebastian Catana, Tonio
Marcello Rosiello, Silvio
Matteo Falcier, Peppe 
Orchestra, Coro, Coro di Voci Bianche e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro, Francesco Aliberti
Maestro del Coro di Voci Bianche, Gino Tanasini
Durata 130 minuti circa