La musica dal vivo può fare

La musica dal vivo non rimane in silenzio di fronte i venti guerra e il Teatro dell’Opera di Francesco Giambrone organizza al Centro Congressi La Nuvola dell’Eur un cine-concerto aperto dalla splendida Stille Musik dell’ucraino Valentyn Syl’vestrov.

Maldestramente tradotta Musica dal silenzio da Corrado Augias, cicerone della serata, Stille Musik è una composizione soave e ricca di suggestioni tardoromantiche che, attraverso il progressivo crescendo del materiale musicale, “realizza” un affresco sonoro in cui l’eco del passato risuona nel presente e le forme e io contenuti tradizionali vengono salvaguardati ed esaltati nella e per la loro capacità di risultare attuali.

Il programma ha avuto il suo clou con l’esecuzione dal vivo della colonna sonora del capolavoro herzoghiano Apocalisse del Deserto, il “controverso” documentario sulla Prima Guerra del Golfo costruito attraverso una successione di tredici capitoli di disarmante bellezza estetica e di sconvolgente impatto emotivo-antropologico che, a tutti gli effetti, dà forma a una vera e propria opera d’inchiesta. Girato in maniera nervosa e “reattiva” con camera a braccio e riprese aeree, il film è talmente complesso da far “discutere” sulla sua stessa inclusione nel genere documentaristico: Herzog ricompose il caos seguito all’abbandono delle truppe irachene e all’incendio dei pozzi di petrolio in Kuwait, ma evitando sapientemente che tale montaggio potesse dare l’impressione di un “ordine” razionale nella stratificazione e nell’accumulo di immagini, azioni e avvenimenti.

La saturazione cognitiva impedisce che il film “degeneri” nel senso di una sentimentalità moralistica, così come la quantità di informazioni paesaggistiche, industriali, militari e umanitarie sovrasta l’edificazione di una semplice e “logica” narrazione visiva. Se Herzog crea una paradossale sospensione metafisica connaturata alla vita reale e fa sì che la colonna sonora e i commenti alla visione – letti da Augias – ne esaltino il potenziale, l’Orchestra del Teatro dell’Opera, sapientemente diretta da Leo Hussain, assolve in maniera ideale ai requisiti di complessità tecnica e di presenza emotiva “richiesti” da una serata così carica di significati simbolici e concreti il cui «incasso e le offerte saranno interamente devoluti all’attività che la Croce Rossa Italiana sta svolgendo in risposta alla crisi in Ucraina».

Rispetto ai vertici artistico-culturali raggiunti dal combinato disposto tra il film di Herzog e l’esecuzione dal vivo, è sembrata inopportuna l’introduzione tronfia e retorica di Corrado Augias, tra l’altro storicamente imprecisa nell’affermare che l’UE (fondata ufficialmente a Maastricht nel 1993) avrebbe garantito pace dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Quello che davvero conta, però, è il fatto che il Teatro dell’Opera non solo abbia saputo offrire al pubblico la possibilità di ascoltare grande musica eseguita da interpreti virtuosi di assoluto livello, ma che sia stato anche capace di ribadire concretamente come, in questa drammatica congiuntura storica, sia una delle prerogative della musica dal vivo quella di animare il territorio con momenti di “pace” e di “rinascita”, attivando le coscienze sul cupo orizzonte del futuro e provando a sensibilizzare l’immaginario sulle inquietudini del presente.

Il concerto è andato in scena
Centro Congressi Roma La Nuvola
viale Asia 40 /44, Roma

Concerto per l’Ucraina
direttore Leo Hussain
evento in collaborazione con EUR Spa

Valentin Silvestrov Stille Musik
Proiezione del film Apocalisse nel deserto di Werner Herzog

Musiche dal vivo
eseguita dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Preludio da Das Rheingold (Richard Wagner)
“La morte di Aase” da Peer Gynt, op. 23 (Edvard Grieg)
Preludio da Parsifal (Richard Wagner)
Andante cantabile da Sonata in do maggiore per due violini, op. 56 (Sergej Prokof’ev)
Stabat Mater (Arvo Pärt) con Agnieszka Jadwiga Grochala, Irene Savignano, Rodrigo Ortiz
Siegfrieds Trauermarsch da Götterdämmerung (Richard Wagner)
“Recordare” da Messa da Requiem (Giuseppe Verdi) con Agnieszka Jadwiga Grochala, Irene Savignano
Notturno, op. 148 D 897 (Franz Schubert)
“Urlicht” da Des Knaben Wunderhorn (Gustav Mahler) con Irene Savignano

Solisti
Vincenzo Bolognese violino
Arrigo Serafini violino
Koram Jablonko viola
Andrea Noferini violoncello
Antonio Maria Pergolizzi pianoforte
Agnieszka Jadwiga Grochala (dal Progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma)
Irene Savignano (dal Progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma)
Rodrigo Ortiz (dal Progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma)
e con la partecipazione straordinaria di Corrado Augias