L’arte è nel mondo

Il 14 marzo, Hélène Grimaud ha inaugurato la collaborazione tra Domus Artium, il visionario progetto di Barrett Wissman, e una tra le location più suggestive e affascinanti del barocco romano, Palazzo Colonna.

Profonda conoscitrice dell’universo musicale russo, al punto da vincere il prestigioso Grand Prix du Disque dell’Académie Charles-Cros a soli sedici anni con il suo Secondo Concerto di Sergei Rachmaninov, e specialista del periodo romantico, Hélène Grimaud è senza dubbio una delle pianiste più talentuose e richieste al mondo. Grimaud è inoltre un’artista in grado di andare oltre gli steccati, essendo autrice di tre libri editi in Italia da Bollati Boringhieri (Variazioni selvagge, Ritorno a Salem, Lezioni private), nonché personalità pubblica capace di mettersi concretamente a servizio delle questioni ecologiche dei nostri tempi con la fondazione della Wolf Conservation Center e la partecipazione a Musicians for Human Rights, rete internazionale di promozione dei diritti umani e del cambiamento sociale.

Si tratta, insomma, di un profilo di altissimo livello, poliedrico e magnetico che sposa alla perfezione l’intuizione fondamentale di Domus Artium, vale a dire l’offrire a «chiunque sia giovane, anziano o che sta “nel mezzo” […] la possibilità di godere di un bellissimo ambiente» e rendere «la stessa esperienza musicale più piacevole e organica», che poi «è il modo in cui questa musica è stata originariamente goduta» (dall’intervista a Barrett Wissman del nostro Gianluca Valle).

Come se non bastasse, ulteriori due fatti testimoniano l’attenzione di Grimaud nei confronti di ciò che accade nel mondo e il fatto che la pianista e Wissman condividano l’idea che l’arte non debba rappresentare un contesto separato e di splendido isolamento, ossia la scelta, da un lato, di devolvere l’incasso per le vittime della guerra in Ucraina e, dall’altro, di inserire nel programma un compositore ucraino vivente e controverso come Valentyn Syl’vestrov, il cui progressivo abbandono delle avanguardie novecentesche e il conseguente sviluppo di un gusto tardoromantico sono stati erroneamente considerati sintomi di un atteggiamento reazionario, quando invece rappresentano il tentativo di perpetuare e rinnovare un patrimonio “inattuale” che altrimenti potrebbe andar perduto.

Le due “rarefatte” Bagatelles sono infatti un esempio straordinario di come il semplicismo tecnico possa spalancare le porte di una clamorose complessità emotivo-interpretativa. Grimaud affronta con coraggio questo rischio e lo supera con intonazioni “istantanee” e saturazioni armoniche che, nella e per loro brevità, liberano un materiale tematico di stupefacente grazia e ritmo “interiore”.

A seguire, Gnossienne 4 e 1, forma compositiva “inventata” da Satie nella quale i “corpi sonori” si fanno esoterici e, allo stesso tempo, espressivi grazie la sincope di cadenze e di densità variabili. Misteriose e intuitive nella loro eleganza, a dare alle Gnossiennes un alone di soave metafisicità è soprattutto il ruolo “estatico” giocato dal silenzio, quello che si sviluppa intorno alla musica e quello che si insinua dentro la stessa musica

Il programma è poi continuato con Chopin, con il “rivoluzionario”, stimolante ed evocativo Étude Posthume F minor, il forse non celebre, ma superbamente inquieto, sospirante e anticonvenzionale Nocturne Op.72 No.1, la nostalgica e affettuosa rievocazione del proprio intimo microcosmo “familiare” caratterizzata da una scrittura raffinata e da armonie ardite della Mazurka Op.17 No.4 e il mesto e drammatico Waltz Op. 34 No.2.

La chiusura è invece affidata a un’opera che può essere considerata una sorta di “autoritratto” del genio allucinato e sublime di Schumann, Kreisleriana 8 Fantasies Op.16 dedicata «all’amico F. Chopin». Il tormento che si alterna alla pace e la malinconia che cede il testimone all’esaltazione danno forma a una composizione dove il vorticoso rovesciarsi delle tonalità (minore per la serenità, maggiore per la tristezza) raggiunge vertici di coerenza e omogeneità tali che, prima di chiudersi nell’ossessiva esasperazione finale, attraversano legami armonici e percorsi di “fluire melodico” di entusiasmante organicità.

Il fraseggio e la sensibilità di Grimaud si mantengono per tutto il concerto su livelli di inaudita qualità. L’interiorità espressiva che la pianista realizza in un gesto tecnico di totale pulizia esprime con eleganza e apparente semplicità la complessità di un mondo dove il pubblico può far “tappa” nell’intimità degli autori e nell’universalità delle composizioni.

Un plauso dunque a Domus Artium per aver presentato al pubblico internazionale accorso al Palazzo Colonna un’artista che ha dimostrato di essere interprete affascinante ed energica, inquieta e dolcissima, nonché di meritare in toto la fama planetaria che la accompagna come pianista in grado di sintetizzare nel totale controllo tecnico del mezzo una espressione poetica di livello assoluto.

Il prossimo concerto sarà l’atteso Luca Pisaroni, «cantante tra i più carismatici e versatili della scena contemporanea […] a Sant’Ivo alla Sapienza con le più belle arie d’opera e da camera», accompagnato al piano da Maciej Pikulski.

Palazzo Colonna, Roma
lunedì 14 marzo 2022, ore 18.30

Hélène Grimaud
PROGRAMMA
Silvestrov: Bagatelle I
Silvestrov: Bagatelle II
Satie: Gnossienne 4
Satie: Gnossienne 1
Chopin: Étude Posthume F minor
Chopin: Nocturne Op.72 No.1
Chopin: Mazurka Op.17 No.4
Chopin: Waltz Op. 34 No.2
Schumann: Kreisleriana 8 Fantasies Op.16

PROSSIMO CONCERTO
Sant’Ivo alla Sapienza

Biblioteca dell’Archivio di Stato e Cortile
ingresso da via del Teatro Valle 33, Roma
sabato 2 aprile ore 18.30 benvenuto

Luca Pisaroni: Basso-baritono – Maciej Pikulski: pianoforte

G. Donizetti
Amore e Morte
La conocchia
Me voglio fa’ na casa

V. Bellini
Malinconia, ninfa gentile
Dolente imagine di Fille mia
Vanne, o rosa fortunata
Ma rendi pur contento
Vaga luna

G. Rossini
La promessa
L’esule
Il rimprovero
L’ultimo ricordo
L’orgia

W. A. Mozart
Madamina, il catalogo è questo (da Don Giovanni)
Non più andrai (da Nozze di Figaro)
Così dunque tradisci… Aspri rimorsi atroci

F. Liszt
Rigoletto. Paraphrase de concert

V. Bellini
Cinta di Fiori (da I Puritani)

G. Donizetti
Vieni, la mia vendetta (da Lucrezia Borgia)

F. Chopin
Valzer op. 64 n. 1 “di un minuto”

G. Rossini
Sì, vi sarà vendetta… Deh, ti ferma… Que’ numi (da Semiramide)